La guerra al furto di rame, materia prima non a caso chiamata anche oro rosso, è una battaglia destinata a non finire mai tanto che, negli ultimi anni, la sottrazione di questo metallo è tornata ad essere uno dei crimini più diffusi perché è un bene sempre più scarso e sempre più ricercato dai Paesi emergenti e anche perché la sua vendita permette di realizzare nel giro di poche ore cifre interessanti.
Trafugare matasse di rame nei pressi delle stazioni ferroviarie, sfilare chilometri di cavi dalle centraline elettriche dei Comuni, staccare grondaie condominiali e, addirittura, rubare i vasi realizzati con questo prezioso materiale nei cimiteri è diventato argomento di cronaca quotidiana. E’ di qualche giorno fa la notizia dell’arresto di una coppia di coniugi sorpresi a rubare una grossa matassa di rame da un carrello adibito alla manutenzione dei binari in una stazione, così come durante lo scorso week end sono stati sottratti da un cimitero nel novarese migliaia di vasi di rame che adornavano le tombe.
Ultimo ma non ultimo, il furto di rame messo a segno in più riprese, nelle ultime settimane a Settimo Torinese dove interi quartieri sono rimasti al buio e diverse centraline elettriche sono state manomesse. Un danno ingente per l’amministrazione comunale e un ricco bottino per gli ignoti criminali che hanno sottratto due tonnellate di rame per un totale di 6 chilometri di cavi.
Ad aumentare la sottrazione di oro rosso potrebbe influire anche l’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump che, secondo molti, incrementerà la spesa per la costruzione di ponti, strade e aeroporti per i quali l’utilizzo del rame è fondamentale tanto che questo metallo prezioso nell’ultima settimana ha avuto un picco di crescita del 19% sul mercato oltrepassando i 5.600 dollari alla tonnellata.
E mentre i broker puntano su un’ulteriore crescita del valore del rame grazie agli investimenti di Trump stimati in circa 10 mila miliardi di dollari per le infrastrutture, in Italia, l’oro rosso continua a essere rubato nelle stazioni, nei cantieri e nelle trafilerie per essere poi rivenduto a rigattieri e rottamai che acquistano il metallo pagandolo in contanti e spesso diventando a loro insaputa ricettatori non perseguibili se in grado di dimostrare di non conoscere la provenienza illecita del materiale.
“Per i malviventi rubare rame significa portare a casa senza grandi difficoltà un bel bottino ed è per questo che, negli ultimi anni, sono aumentate le richieste di controllo nei cantieri da parte di società immobiliari o anche di semplici imprese edili” dichiara Adriele Guarneri, ad di G Action Group, società specializzata in servizi di sicurezza e, nella fattispecie, di controllo accessi diurno e presidio fisso o dinamico notturno.
“Il lavoro delle forze dell’ordine è encomiabile ma è praticamente impossibile per loro tenere sotto controllo, durante le ronde, tutti gli obiettivi tra i quali cantieri edili e aziende che producono cavi di rame, molto esposti ai furti. Proprio per questo motivo molte società private si sono rivolte a noi per potenziare il controllo ed evitare furti e spiacevoli sorprese” prosegue Guarneri per poi concludere “la collaborazione dei miei uomini con le forze dell’ordine è un valido deterrente per gli autori di questo reato che, spesso rischiando anche la loro stessa incolumità, tranciano cavi di alta tensione delle ferrovie per sfilare centinaia di metri di rame non solo arrecando notevoli danni diretti per i costi di ripristino degli impianti ma anche danni indiretti come, ad esempio, il blocco dei treni sui binari con conseguenze sulla continuità di servizio pubblico e ripercussioni di natura sia economica che sociale”.
Oltre alle ferrovie e le imprese edili, negli ultimi mesi sono stati presi di mira anche i cantieri delle società di telecomunicazione infatti, i metri di cavi multi coppia sfilati, una volta bruciati per eliminare il materiale plastico di cui sono ricoperti, rendono sempre ai malviventi qualche centinaia di euro.
E mentre inizia la corsa al rame da parte degli investitori, per i ladruncoli e le bande a volte ben strutturate dedite a questo tipo di reato, è stato introdotto il nuovo art. 624-ter nel codice penale che rende il furto dell’oro rosso un’autonoma fattispecie di reato.
La nuova disposizione di legge approvata dalla Camera nello scorso ottobre stabilisce che “chiunque si impossessi di componenti metalliche o di altro materiale sottraendoli dalle infrastrutture destinate all'erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici e gestite da soggetti pubblici o da privati in regime di concessione pubblica è punito con la reclusione da un anno a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 5.000 “.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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