Rabbia e dolore tra i campi di Tremestieri Etneo, in provincia di Catania. Il giovane padre e i nonni paterni della piccola Elena Del Pozzo sono accorsi immediatamente dopo la chiamata dei carabinieri con la quale li avvisavano di aver trovato la piccola. La mamma, Martina Patti, ha confessato di aver ucciso la figlia e averla lasciata vicino a una strada di periferia.
Ancora increduli hanno cercato di farsi forza a vicenda e dopo un pianto disperato hanno cercato di fare mente locale per aiutare le forze dell'ordine nelle loro ricerche. "Elena era una bimba meravigliosa. Avevamo creduto alla storia degli uomini incappucciati, non avevamo ragione di non credere", così la nonna, Rosaria Testa, ha ricordato l'amata nipote. Poi la donna ha raccontato di alcuni episodi precedenti che le sono sembrati strani e che potevano essere un campanellino d'allarme.
Dalle ultime indiscrezioni i genitori della piccola, entrambi giovanissimi, erano in rapporti ostili e per questo motivo negli ultimi tempi vivevano in due case diverse. "Quando i genitori hanno litigato la piccola non voleva andare via da casa, - ha continuato la nonna paterna - Un giorno la mamma le stava dando botte e gliela abbiamo dovuta togliere dalle mani". Un momento di crisi, così era stato visto il gesto della madre di Elena, niente di preoccupante. "Quella mattina - ricorda la nonna in lacrime - l'ho accompagnata a scuola e le ho detto 'nessuno ti vuole bene più di mè. Lei mi ha guardata e mi ha fatto capire che aveva capito quello che avevo detto". Da quella volta, però, il comportamento della giovane donna era cambiato: "La madre aveva un atteggiamento autoritario e aristocratico. Decideva lei quando portarci la bambina...".
Oltre ad alcuni litigi in famiglia, i carabinieri avevano scavato nel passato dei due genitori per capire se ci fossero dati utili per scoprire qualcosa in più di quello si credeva ancora un "sequestro". I carabinieri avevano scoperto che il padre della bambina, in passato, era stato denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti. In seguito è stato indagato anche per una rapina, ma assolto per "non avere commesso il fatto". Ora si sa di più rispetto all'ultima vicenda: "Martina Patti voleva incastrare mio fratello. Un anno fa fu accusato ingiustamente di una rapina ma fortunatamente fu scagionato completamente. - ha dichiarato la zia di Elena - Quando dal carcere passò ai domiciliari, sotto casa trovammo un biglietto di minacce con scritto: 'non fare lo sbirro, attento a quello che fai.". Allacciandosi poi al finto rapimento della piccola ha aggiunto: "Mio fratello non sa nulla di nulla. A questo biglietto la madre della bimba ha fatto riferimento dicendo che avevano rapito Elena.
Infatti disse che quelle persone incappucciate avevano fatto riferimento al biglietto dicendo 'non ti è bastato il biglietto? Digli a tuo marito che questa è l'ultima cosa che fa: a sua figlia la trova morta".
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