I partiti populisti d'Europa provano a riorganizzarsi. Dopo le sconfitte elettorali subite da Marine Le Pen in Francia e da Geert Wilders in Olanda, l'unica "soddisfazione" ad oggi sembra essere rappresentata dall'ingresso nel governo austriaco del Partito della Libertà guidato da Heinz-Christian Strache. I populisti europei - infatti - continuano a guardare al modello di Donald Trump, ma nel Vecchio Continente non sono riusciti ad ottenere successi significativi. Durante un summt svoltosi ieri al Top Hotel di Chodov di Praga del "Movimento per un’Europa di nazioni e libertà", l'organizzazione internazionale che rappresenta i partiti populisti d'Europa, i leader del sovranismo hanno rilanciato politicamente le loro tematiche: "Dobbiamo avere il coraggio", ha sottolineato Wilders, "di introdurre un travel ban come ha fatto il presidente Trump negli Stati Uniti. Dobbiamo avere il coraggio di rispedire indietro ogni barcone di immigrati illegali, come sta facendo l’Australia da molto tempo. Dobbiamo avere il coraggio di limitare l’immigrazione illegale invece di aumentarla". E ancora: "Anche se questo spesso vuol dire costruire muri, come hanno fatto i coraggiosi ungheresi. A loro va il mio plauso. dobbiamo avere il coraggio di rimpatriare gli immigrati irregolari". Applausi per Orban e Trump dunque, ma anche uno sguardo rivolto ad Est.
Ad ospitare l'incontro è stato Tomio Okamura, leader ceco-giapponese del Partito della libertà e della democrazia diretta (Spd) che alle passate elezioni ha raccolto il 10,6% dei consensi, facendo registrare anche in questa nazione la presenza di un forte consenso populista. Ma le parole più significative sono arrivate da Marine Le Pen, impegnata attualmente a riorganizzare il Front National in vista del congresso nazionale del partito previsto per il prossimo marzo. "L'Ue sta perdendo il respiro, spero che riusciremo a distruggerla dall'interno", ha dichiarato il leader del sovranismo francese. E ancora: "Dobbiamo agire come guerrieri" ha detto Le Pen nel sostenere che l'Unione Europea è "un istituto catastrofico", per mezzo del quale i popoli europei sarebbero condannati ad un'inevitabile sconfitta. Dopo la scissione operata dall'ex numero due del Fn, Floria Philippot, uno dei punti programmatici più discussi nel Front è proprio quello relativo alla linea da tenere nei confronti delle istitutizioni sovranazionali. Molti, dopo il fallimento elettorale, si aspettavano che Marine Le Pen assumesse un atteggiamento meno critico verso la comunità internazionale, ma le dichiarazioni di ieri sembrano smentire queste previsioni.
"Siamo interessati ad una fitta cooperazione con i paesi europei sulla base del guadagno reciproco e respingiamo il diktat dell'attuale struttura sovranazionale la quale è una parassita dell'Unione dei paesi europei" ha dichiarato Okamura, ribadendo l'inesistenza di aperture verso gli organi delle istituzioni sovranazionali. Il partito del ceco-giapponese, che è riuscito ad ottenere la presidenza della commissione Difesa, ha cavalcato il forte sentimento anti migranti ed anti islam presente di questi tempi in Repubblica Ceca. La scelta di Praga - insomma - non è stata casuale. Nella complessa piattaforma programmatica dei partiti sovranisti, però, c'è spazio anche per l'approvazione del liberismo: il movimento Libertà e Democrazia Diretta ha ribadito che la libera circolazione delle merci debba continuare a rappresentare un capisaldo del commercio continentale. Presenti al summit - infine - anche alcuni rappresentanti della Lega Nord.
Proprio l'ingresso del Partito della Libertà nell'esecutivo austriaco sembra segnalare un dato inequivocabile: l'unico modo attraverso il quale i populisti sono riusciti ad arrivare al governo di una nazione, per ora, è stato l'accordo con il centrodestra tradizionale.
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