Arriva dall'Asi, l'agenzia spaziale italiana, un'accusa pesante rivolta ai colleghi dell'Esa, l'agenzia europea e che fa il punto su quanto accaduto alla sonda Schiaparelli, dal punto di vista degli italiani.
In un articolo pubblicato sulla rivista specializzata AirPress Enrico Flamini, capo del team scientifico dell'Asi, ricostruisce tutte le fasi della missione ExoMars e parla di responsabilità che al momento non erano emerse.
Secondo Flamini all'Esa "hanno affidati i controllo a una ditta romena", una ditta che non era preparata a sufficienza per il lavoro che gli veniva richiesto e questo avrebbe portato allo schianto dello scorso 19 ottobre.
A quanto dice il planetologo tutto è andato bene fino al distacco del lander, entrato nell'atmosfera di Marte a 21 mila chilometri all'ora. Una velocità che si è poi ridotta a 1650 chilometri all'ora, grazie all'atmosfera, per poi arrivare alla terza fase, quella dell'apertura del paracadute e dell'accensione dei retrorazzi.
Qui qualcosa va storto. Una serie di forti oscillazioni mandano in confusione i giroscopi, che iniziano a segnare un'altezza di -10 metri, mentre l'altimetro è fisso a 2000 metri di quota. Il computer di bordo da retta al primo dato, e i retrorazzi vengono spenti dopo 3 secondi. Poi lo schianto.
Dura la critica
dell'Asi: il disastro si poteva evitare. Ma serviva un test aggiuntivo, che gli italiani hanno chiesto più volte. Bisognava lanciare un prototipo da un pallone stratosferico sulla Terra. Ma il tentativo non è mai stato fatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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