Imen Jane ha sbagliato ma ora non massacriamola

Lontana dal nostro modo di pensare, Imen Jane, dopo aver mentito sulla laurea, è ora finita nel mirino dei suoi avversari. Un tiro al bersaglio a cui non vogliamo partecipare

Imen Jane ha sbagliato ma ora non massacriamola

Prima di tutto una premessa: mi sono laureato per errore. Mentre tutti si affannano a conseguire il famigerato 3+2 (triennale e specialistica) io sono riuscito a fare il 3+4 (i primi tre in corso e gli altri fuori). Ho perso tempo? Senza dubbio. E anche parecchio. Ma nel frattempo ho anche coltivato i miei interessi, mi sono concesso il lusso di leggere tutta la Gerusalemme liberata e L'Orlando furioso prima di dare (sei mesi dopo) l'esame su Ariosto e Tasso. Ho incontrato persone che mi hanno fatto crescere e maturare, fino a quando, stagista, sono entrato al Giornale.it. Questi sono solo alcuni esempi per spiegare perché, nonostante il pezzo di carta nascosto nell'armadio tra i capi invernali, io mi reputi un laureato per errore e non possa non stare dalla parte di Imen Jane, l'influencer balzata agli onori delle cronache in questi giorni perché, per anni, ha spacciato una laurea inesistente e un titolo, quello di economista, farlocco.

Sia chiaro. Imen ha sbagliato (e anche parecchio). Innanzitutto perché ha mentito, dicendo di avere una laurea che non aveva, e tradendo il patto di fiducia con i suoi follower e con quelli di Will, la startup per fare giornalismo di qualità fondata insieme a Alessandro Tommasi. E poi perché ha lasciato alla fine della sua videoconfessione le sue (non)scuse: "Se qualcuno si è offeso per queste mie scelte di vita, ovviamente mi dispiace". Il problema, infatti, non sono le scelte di vita, ma le boiate dette, come quando si è paragonata, neanche troppo velatamente, a Steve Jobs, Mark Zuckerberg e Bill Gates. Questi giganti della tecnologia, infatti, hanno abbandonato i loro studi alla luce del sole, senza mai millantantare un pezzo di carta che non avevano. Questo è quello che non va nell'Imengate. "Parce sepulto", scrive Virgilio nell'Eneide: "Perdona a chi è sepolto". E così faremo.

Anche perché Imen mi sta simpatica, pur non condividendo con lei nulla. Né la visione politica (la sinistra al caviale), né quella economica (insindacabilmente filo Ue) e, men che meno, quella geopolitica (un po' troppo catara). Ci troviamo agli antipodi, ma di lei apprezzo (e parecchio) essenzialmente due cose: il modo in cui racconta il mondo e la sua capacità di aggregare i giovani in un nuovo progetto editoriale. Chapeau.

Da quando è uscita la notizia della sua mancata laurea, hanno cominciato a circolare sul web diversi meme (alcuni dei quali effettivamente esilaranti) per prenderla in giro. Ma si è anche assistito anche a un vero e proprio linciaggio nei suoi confronti. Vero, in passato lei si è beffata di coloro che avevano comprato la laurea o l'avevano spacciata e questa sarebbe una "giusta" pena del contrappasso.

Noi vorremmo però dissociarci. Imen, come abbiamo scritto, ha sbagliato. Ma un "avversario", e non so neanche se Imen si possa definire tale, lo si combatte a suon di idee. E non lo si sfotte. Soprattutto dopo che è caduto.

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