Immigrato coltiva marijuana nel centro e viene espulso. Il Tar lo riammette e lo Stato paga

L'immigrato vince il ricorso. Torna nella struttura e lo Stato deve pure pagargli l'avvocato. Il sindaco: "Brutto esempio"

Immigrato coltiva marijuana nel centro e viene espulso. Il Tar lo riammette e lo Stato paga

Un gambiano ospite del centro di accoglienza gestito dalla Croce rossa alle porte di Pisa è stato beccato dai volontari in possesso di alcune piantine di marijuana. Così il prefetto lo ha immediatamente allontanato dal centro e gli ha tolto lo status di rifugiato. Ma all'immigrato questa decisione non è piaciuta proprio per niente, così ha deciso di fare ricorso al Tar.

E cosa è successo? Come spiega Il Tirreno, non solo ha riottenuto il diritto a ripresentarsi nella struttura con tutte le garanzie di legge di chi ha lo status di rifugiato, ma lo Stato gli pagherà pure l'avvocato. Così i quasi 1500 euro destinati al legale saranno interamente pagati dal minsitero della Giustizia. Insomma, ricapitoliamo: il migrante coltiva marijuana nel centro, viene beccato, viene espulso, gli viene tolto lo status di rifugiato, lui fa ricorso e vince. E ora il centro d'accoglienza di Arena Metato a San Giuliano Terme se lo deve riprendere. Con annesse le piantine, forse.

La rabbia del sindaco di San Giuliano Terme

"È una sentenza che non dà un bell'esempio - ha attaccato il primo cittadino del paese -. Siamo per l'accoglienza regolare che rispetta la legge. Una persona che delinque non può entrare o rientrare nel circuito dell'assistenza. La leggo come una sconfitta". Ma il Tar non la vede così. Anzi: ha ritenuto deboli le accuse rivolte all'immigrato. "L'istruttoria non ha fornito alcun supplemento ai generici addebiti mossi e posti a fondamento della revoca delle misure di accoglienza, essendovi, sia nel provvedimento impugnato, sia negli altri atti depositati, solo un ripetuto, astratto e generico cenno al deferimento per produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti – si legge nella sentenza pubblicata da Il Tirreno – ma senza alcuna descrizione delle concrete condotte contestate e senza che vengano chiarite le circostanze di tempo e di luogo in cui queste si sarebbero verificate".

Insomma, per il Tar le accuse sono troppo vaghe e

insufficienti per togliere lo status di rifugiato all'immigrato che si teneva nel centro d'accoglienza le sue piantine di marijuana. Per questo è stato riammesso e ora lo Stato tirerà fuori i soldi per la sua difesa.

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