Le fiamme si sono divorate tutto: migliaia di ettari di vegetazione, aziende agricole, campi coltivati e case. E hanno lasciato dietro di sé una scia di cenere e di danni di cui, ancora in queste ore, è difficile approntare una stima esatta. Dopo le difficili operazioni di estinzione da parte dei vigili del fuoco, lo scenario provocato dagli incendi dolosi che hanno colpito la Sardegna occidentale è angosciante, spettrale. Non a caso, il presidente della Regione Christian Solinas ha parlato di “uno dei più gravi disastri naturali mai accaduti” da quelle parti. Il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, ringraziando gli uomini e le donne che stanno prestando i soccorsi, ha invece espresso vicinanza "a tutte le popolazioni gravemente colpite", promettendo un "doveroso sostegno per superare la devastazione degli incendi".
Le lingue di fuoco, sospinte prima dallo scirocco e poi dal libeccio, hanno percorso circa 50 chilometri dall'Oristanese all'Ogliastra. E a farne le spese non sono stati soltanto gli oltre 1500 sfollati, ma anche gli animali indifesi che vivono in quelle zone, nella macchia mediterranea trasformatasi in poche ore in una prigione di fiamme. Secondo le prime stime, sono centinaia i capi di bestiame rimasti intrappolati dal rogo e di cui, in queste ore, si contano le carcasse carbonizzate. Solo in alcuni casi i pastori sono riusciti a portare in salvo le loro pecore, evitando il peggio. Nell’inferno divampato in poche ore, gli animali hanno ascoltato il loro istinto, quello della sopravvivenza e della protezione della loro specie.
Da Tresnuraghes, al riguardo, arriva la storia incredibile di un cane pastore che non è scappato davanti alle fiamme per proteggere il suo gregge. Mentre il rogo insidiava pericolosamente l’ovile, la bestiola ha tenuto fede al proprio compito ed è rimasta bloccata su un muretto per tutto il tempo. Lì, accanto alle pecore, fino all'arrivo dei soccorsi. Il suo corpo ora è ricoperto di ustioni, le più gravi gli segnano il muso e i polpastrelli. Ma ce la farà a sopravvivere. In un video postato sui social da Angelo Delogu, il veterinario che lo ha salvato, il cane appare momentaneamente sfregiato ma capace di bere in autonomia dell’acqua da una ciotola. "Rimasto fermo sul muretto mentre le fiamme lo avvolgevano. No, non l’ho soppresso perché guarirà. Non ha il chip, dubito che succeda ma se qualcuno dovesse riconoscerlo si faccia sentire", ha scritto su Facebook il veterinario. Il piccolo eore a quattro zampe di Tresnuraghes è uno dei simboli di speranza di questo disastro nelle ore in cui, invece, molti allevatori scoprono di avere perso tutto.
Alle carcasse degli animali di allevamento vanno purtroppo aggiunte quelle,
altrettanto numerose, della fauna selvatica locale ma anche dei cani e dei gatti randagi. Nei pressi di Riola Sardo, un rifugio che li accoglieva è stato travolto dalle fiamme e per i piccoli ospiti non c’è stato nulla da fare.
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