Incognite (e paure) della luna di miele

La prudenza è consigliata quando la situazione è estremamente complicata e preoccupante. Un atteggiamento a cui sembra ispirarsi Giorgia Meloni in queste prime battute nel ruolo di premier in pectore

Incognite (e paure) della luna di miele

La prudenza è consigliata quando la situazione è estremamente complicata e preoccupante. Un atteggiamento a cui sembra ispirarsi Giorgia Meloni in queste prime battute nel ruolo di premier in pectore. Del resto i dati economici sono quelli che sono: la nota di aggiornamento al Def probabilmente prevederà un aumento del Pil dello 0,6% per il prossimo anno, ma i margini in cui si muoverà il prossimo governo restano comunque stretti. Quello che preoccupa, però, è soprattutto il presente: poche risorse da una parte, ma nel contempo interventi indispensabili dall'altra. Sul gas si rincorrono notizie cattive e meno cattive ma le bollette per ora sono dei salassi che potrebbero mettere in ginocchio qualsiasi impresa. Ieri uno chef famoso come Vissani addirittura si interrogava se non fosse arrivato il momento di vendere il ristorante: «Sono passato da 3500 euro di bollette a 100mila». Figurarsi come possono sentirsi in un momento del genere le famiglie. Inoltre l'Agenzia delle Entrate ha pronte 13 milioni di cartelle esattoriali. Ci aggiungi l'inflazione, l'aumento di tutti i beni a cominciare da quelli alimentari e comprendi che il quadro è grave per non dire tragico. Immaginate lo stato d'animo di un padre o di una madre che dopo aver fatto la spesa e aver scoperto che pure il pane e il latte sono aumentati, lo stesso giorno si ritrovano nella cassetta postale una bolletta triplicata, per non dire di più, e una cartella esattoriale. In questa situazione in quale Santo possono sperare, se non nel governo che sta per insediarsi?

Ecco, la luna di miele con il Paese che contraddistingue i primi cento giorni di ogni esecutivo, per il prossimo si presenta piena di incognite anche se rispetto all'esecutivo «tecnico» ha dalla sua il particolare non certo trascurabile di essere un governo eletto, scelto dal popolo. Una grande legittimazione che, però, aumenta anche le attese. E gli elettori, dopo la prudenza saggia di questi giorni, vorranno delle risposte. Prima arriveranno e più durerà la sintonia con l'opinione pubblica. In questi frangenti, si sa, come per il precedente governo, il tempo non è una variabile indipendente perché la situazione potrebbe avvitarsi. Una condizione delicata specie per i partiti che hanno un'anima populista e sono particolarmente sensibili alle reazioni dell'opinione pubblica.

Ecco perché bisogna far presto. Dare segnali inequivocabili che qualcosa stia cambiando. Utilizzando qualche risorsa da rintracciare tra le pieghe del bilancio, magari nel miglior rapporto tra deficit-Pil rispetto alle previsioni che potrebbe mettere a disposizione 10 miliardi.

Da usare subito: tre provvedimenti mirati nel primo cdm per dare una risposta alle tante paure che logorano la fiducia e ai problemi dell'oggi come bollette, cartelle esattoriali, carovita. È già stato fatto in passato in tempi normali, nelle emergenze non è solo un atteggiamento opportuno, ma obbligato.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica