Ad Agrigento è una giornata molto calda sotto il profilo climatico ed il mare piatto e calmo su cui si affaccia la città dei templi, fa pensare anche a quelle che possono essere le novità sotto il fronte dell’immigrazione.
Si teme, in particolare, una ripresa degli sbarchi non solo a Lampedusa ma anche lungo le coste dell’intera provincia: il bel tempo, si sa, potrebbe animare la volontà di criminali e scafisti di mettere in moto gommoni e barchini dall’altra parte del Mediterraneo.
Ed in effetti questo caldo lunedì inizia con una novità di certo non di secondo piano, che proviene da Licata: nel porto della cittadina distante 40 km da Agrigento, la Sea Watch 3 riaccende i motori dopo il dissequestro e ritorna in alto mare. Una vicenda, quella della nave dell’ong tedesca, che coinvolge la Procura di Agrigento da almeno venti giorni, da quando cioè il mezzo viene sequestrato dai magistrati e fatto ancorare a fianco della Mare Jonio nel porto licatese.
Ma la vera notizia che indubbiamente scompagina questo afoso lunedì di giugno ad Agrigento, riguarda le intimidazioni giunte nei confronti del procuratore Luigi Patronaggio. Al quinto piano dell’edificio che ospita gli uffici del tribunale e della procura, il pubblico ministero si ritrova nella sua scrivania una lettera con un proiettile all’interno ed esplicite minacce alla sua persona, alla famiglia ed ai suoi figli.
Un fatto certamente inquietante, che però non è il primo: già a settembre infatti, Patronaggio subisce un’altra intimidazione, anche in quel caso si tratta di una busta con minacce al proprio interno. Chi invia queste lettere, lo fa pensando alla tematica riguardante l’immigrazione: in particolare, secondo gli autori delle missive il procuratore di Agrigento è tra gli artefici del problemi dei migranti.
Questo già dalla scorsa estate, da quando cioè Patronaggio apre l’inchiesta contro Matteo Salvini per l’affaire inerente la nave Diciotti, che il ministro dell’interno trattiene con i migranti a bordo per diversi giorni dentro il porto di Catania. Da allora, il procuratore è nel mirino di anonimi soggetti che puntano il dito contro di lui.
Sulla lettera anonima delle scorse ore, ad indagare adesso è la procura di Caltanissetta. Ad Agrigento invece, si cerca di prendere le contromisure: gli occhi, in particolare, si spostano dagli uffici di via Mazzini della procura a quelli del palazzo della Prefettura di piazza Aldo Moro. Qui il prefetto Dario Caputo riunisce il comitato per l’ordine e la sicurezza al fine di valutare al meglio la situazione. Una mossa già intrapresa dallo stesso prefetto a settembre, in occasione della prima lettera di minacce contro Patronaggio.
E mentre numerosi esponenti politici siciliani danno la propria solidarietà al procuratore, la dichiarazione che fa più rumore proviene direttamente dal Viminale. Matteo Salvini infatti condanna duramente le minacce: “Totale solidarietà al procuratore capo Luigi Patronaggio – afferma Salvini in una nota dell’Agi – La violenza e le minacce sono sempre inaccettabili”.
Un lunedì caldo che inizia a Licata con la partenza della Sea Watch 3, che prosegue con l’atto intimidatorio contro Patronaggio ad Agrigento e che termina poi con un’altra notizia, che questa volta proviene dalla parte occidentale della provincia: a Ribera, in particolare, viene segnalato un nuovo sbarco fantasma dopo il ritrovamento di una piccola imbarcazione di legno in località Piana Grande.
Nessuno a bordo e migranti già dileguatisi nelle campagne circostanti la spiaggia dello sbarco: Carabinieri a lavoro, nella speranza di rintracciare i migranti nelle località adiacenti.
Tante notizie e tante novità dunque, con una sola importante certezza: sul fronte migratorio l’estate della provincia di Agrigento sarà calda come questo lunedì di giugno e non solo per le torride temperature annunciate.
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