A Bologna arriva la "stanza della rabbia": spaccar tutto per vincere lo stress

La moda importata dagli Usa si sta diffondendo in tutto il Paese, vietata ai minori incontra il particolare apprezzamento delle donne

A Bologna arriva la "stanza della rabbia": spaccar tutto per vincere lo stress

È la moda del momento per liberarsi dello stress accumulato a causa del lavoro, della vita frenetica, delle insoddisfazioni. Ora anche in Italia è possibile sfogarsi nelle "rage room", cioè le "camere della rabbia" in cui si può spaccare tutto quello che ci si trova davanti: piatti, bicchieri, mobili, televisori, bottiglie, vasi... insomma tutto quello che costituisce l'ordinario arredo di una casa. Si tratta di una stanza in cui la violenza sulle cose è lecita. Un'idea nata negli Stati Uniti e che si è poi diffusa anche in Giappone. Adesso sbarca in Italia e diventa popolarissima. Sopratutto al nord. Se ne trovano infatti a Legnano, a Bologna, a Forlì e presto ce ne sarà una anche a Pontecorvo (in provincia di Frosinone, nel Lazio).

Come dicevamo, si può scegliere una "stanza classica" con diversi oggetti all'interno; la "stanza di vetro", in cui è possibile distruggere oggetti di vetro; la "stanza personalizzata"che è possibile associare al proprio ufficio o una stanza di casa propria. L'"arrabbiato" prima di iniziare la sua "seduta" viene munito di casco di sicurezza con visiera completa, guanti e scarpe antinfortunistiche, protezioni per gomiti e ginocchia e la tuta protettiva.

Si può decidere il tempo a seconda del livello di stress. Se "è solo un break" si può partecipare alla rage (o anger) room per dieci minuti. Ma se si ha "proprio bisogno" i minuti in cui è possibile spaccare tutto aumentano, passando a trenta. È anche possibile scegliere una musica di sottofondo per la distruzione degli oggetti. Insomma un po' come i drughi nel film "Arancia meccanica", il capolavoro di Stanley Kubrick. È anche possibile portare roba da casa per vivere una sensazione ancor più... realistica. Il limite è uno solo: al "gioco" possono partecipare solo i maggiorenni. Solo a loro è consentito il libero accesso nella "rage room".

Ma se la violenza, ormai, è il pane quotidiano delle nostre esistenze, sarà la cosa giusta aggiungere violenza a violenza (sia pure per "gioco")? In un'intervista di qualche mese fa sul Corriere della Sera, i

gestori della "rage room" di Bologna hanno detto che i clienti tipo sono soprattutto donne d'età compresa tra i 20 e i 30 anni. Non è un primato di cui andar particolarmente fieri ed è anzi la spia di un disagio preoccupante.

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