Si impara molto andando fuori, all'estero. Perché si vive una realtà completamente diversa da quel tipo di comfort che abbiamo noi in Italia: andare al bar, fare le stesse cose che facciamo con una certa abitudine.
Il fatto che poi le ferie noi le prendiamo in agosto...
Vi racconto una cosa: nel 2004 io perdevo 5 milioni al giorno. Sono arrivato il 4 giugno, o il primo giugno, non mi ricordo, poi da quel momento là son diventati giorni uno dopo l'altro... Io stavo girando per il mondo nel mese di luglio. Vengo in Italia, arrivo in ufficio in agosto e non c'è nessuno. 5 milioni al giorno, eh! Chiedo: «Ma la gente dov'è?». «Eh, sono in ferie». Ma ho detto: «In ferie da cosa?».
Mi son trovato con un altro che mi ero portato dietro, un finanziario che ha vissuto con me per vent'anni. Stavamo in ufficio e non c'era una persona. 5 milioni al giorno... Un'azienda che fondamentalmente era una multinazionale, dove in Brasile se ne fregano di agosto, in America ad agosto si lavora... E la Fiat chiudeva.
Quindi anche questo atteggiamento estremamente provinciale di dire «noi siamo la Fiat e come tale stabiliamo quando il mondo va in ferie» è la più errata, no? Non è assolutamente vero, il mondo se ne frega. Se ne frega che siamo belli, se ne frega del bel tempo, che abbiamo belle macchine, se ne frega del fatto che siamo capaci di cantare.
Sono tutte cose che a livello internazionale non contano niente.Io ogni volta che vado in giro con gli americani mi dicono: «Noi amiamo l'Italia, ci piace visitarla, venire lì in vacanza». «Ok, investireste nel Paese?». «Oh no, quello no».
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