Le italiane ritornano colf per spazzare via la crisi

Nel 2014 boom delle signore del Belpaese (+4,3) che lavorano come collaboratici nelle case: richieste record in Calabria Le donne di servizio sono calate del 5,8%

Fino a pochi anni fa trovare una colf italiana era una rarità e poche famiglie avevano il privilegio di averne una in casa. Oggi, invece, complice la crisi, è molto più facile. Le donne, infatti, non si tirano indietro davanti a lavori che prima a snobbavano. La necessità di portare a casa uno stipendio dignitoso ha la priorità su tutto e va bene anche fare le donne delle pulizie o le badanti, fisse o anche a ore, pur rimpolpare il conto in banca a fine mese.

I dati Inps dipingono un quadro preciso dell'occupazione nel nostro Paese e di come cambiano le tendenze in ambito lavorativo. Nel 2014 si registra un deciso calo dei domestici contribuenti, che sono scesi di 54.940 unità (-5,8 per cento) proseguendo la tendenza registrata nel 2013 sul 2012 (-5,1 per cento), mentre nel 2012 c'era stato un fortissimo incremento per via della sanatoria per i lavoratori extracomunitari irregolari.

Ancora una volta è il gentil sesso a impugnare straccio e scopa in casa altrui o a mettersi ai fornelli. Le donne rappresentano infatti la stragrande maggioranza della categoria con l'87 per cento del totale (oltre 781.000 persone nel 2014), percentuale in forte aumento dall'inizio della crisi se si considera che nel 2009 il dato era al 78,3 per cento. In caduta libera, invece, gli uomini che sono passati da 212.441 del 2009 a 117.037 del 2014. Ma mentre colf in gonna o pantaloni nel complesso diminuiscono, cresce la percentuale di quelli con passaporto italiano (+4,3 per cento nel 2014 sul 2013, +9,5 per cento tra il 2012 e il 2014)) e a livello regionale si registrano picchi del +15,5 per cento in Calabria. Questo significa che tante persone hanno smesso di inseguire il miraggio di posto fisso o non aspirano più a una scrivania, ma hanno abbracciato la realtà di un paese dove non si può più storcere il naso davanti a un impiego che non ricalca i nostri sogni.

In controtendenza, invece, i dati relativi ai domestici stranieri, anche perché con gli stipendi più magri non tutti possono permettersi di avere qualcuno che pulisce, stira e lava in casa propria: tra il 2012 e il 2014 si registra un meno 15 per cento, con picchi in Campania (- 14,7 per cento) e Calabria (-13,1 per cento). Che siano italiani o stranieri, più frequentemente rientrano nella fascia d'età 45-49 anni e sono maggiormente concentrati nel Nord-Ovest, poi nel Centro e a seguire Nord-Est, Sud e nelle Isole. Per tradizione o per ricchezza sono principalmente le famiglie della Lombardia, del Lazio, dell'Emilia Romagna, della Toscana e del Piemonte a non saper rinunciare a colf e badanti, di cui è anche possibile tracciare anche piccola mappa della provenienza. Ancora una volta la fetta più grande di loro arriva dalll'Europa dell'Est, poi dalle Filippine e dall'America del Sud 65.477. Sempre meno, rispetto al passato, sono quelli che arrivano dall'Asia orientale.

Discorso a parte per la richiesta di assistenza agli anziani.

Gli italiani non se la sentono di tirare la cinghia quando è un nonno o un genitore non più giovanissimo ad aver bisogno di aiuto. I dati Inps mostrano, infatti, che nel 2014 le badanti hanno «tenuto» (da 365.057 a 364.132) e anche qui sono aumentate quelle italiane, che da 56mila hanno raggiunto quota 63.789 (+13,9%).

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