Gli italiani non amano le visite dall'oculista

Anche gli occhi invecchiano. Diventano fragili e possono correre alcuni rischi. L'età che avanza è, infatti, strettamente correlata allo sviluppo di alcune malattie oculari gravi. Come la degenerazione maculare legata all'età (Dmle). Un'affezione che colpisce la macula, la parte centrale e più sensibile della retina, il cui compito è quello di una visione distinta, chiara e dettagliata, necessaria per identificare volti o intraprendere attività quotidiane, come leggere o guidare. La patologia è fortemente invalidante e, se non intercettata e contrastata per tempo, può progredire e determinare ipovisione, fino, nei casi più gravi, perdita della vista. Alla diagnosi si arriva però ancora troppo tardi. Basti pensare che, secondo i dati di una recente ricerca GfK Eurisko, ben il 16 per cento degli italiani over 50 (quasi 4milioni di persone), non ha mai fatto una vista dall'oculista e solo il 40 per cento si è sottoposto a un controllo, nell'ultimo anno. Una visione poco nitida o di immagini distorte e la percezione di un calo della vista, sono sintomi iniziali di Dmle che spesso si tende a trascurare, imputandoli alla fatica o semplicemente all'età che avanza. «La malattia è ancora poco conosciuta, al punto che il paziente viene da noi spesso con il secondo occhio colpito», spiega Monica Varano, responsabile del servizio retina medica, IRCCS Fondazione G.B. Bietti di Roma. «Basterebbe, quando si diventa presbiti, andare dall'oculista per notare alterazioni iniziali della macula. Regolari controlli oculistici andrebbero fatti a partire dai 50 anni di età». Nel mondo sono oltre 30milioni le persone con Dmle e circa un milione in Italia. Si conta il 35 per cento degli over 70, colpiti dalla patologia. Pazienti che, nel 15 per cento dei casi, sono affetti dalla forma umida, la più grave e quella a più rapida evoluzione.

Per questa condizione, la novità terapeutica oggi è rappresentata da aflibercept, una nuova terapia intravitreale, dotata di un meccanismo d'azione innovativo ed efficace nel bloccare l'evoluzione della patologia: più del 95 per cento dei pazienti trattati, ottiene una stabilizzazione del visus. Il farmaco, già disponibile, è rimborsato dal Sistema Sanitario Nazionale. Va ad aggiungersi agli altri anti-Vegf già presenti.

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