La Corte europea dei diritti dell'uomo ha confermato la condanna di Jean-Marie Le Pen, fondatore del Front national e padre di Marine, a tre mesi di reclusione con la condizionale e 10mila euro di ammenda.
L'ex leader dell'estrema destra francese è stato condannato con le accuse di "complicità di apologia di crimini di guerra e contestazione dei crimini contro l'umanità" al seguito di affermazioni pubblicate il 7 gennaio 2005 sul settimanale di estrema destra Rivarol.
Nell'intervista Le Pen aveva dichiarato che l'occupazione tedesca della Francia tra il 1940 e il 1944 "non è stata particolarmente inumana, anche se vi furono degli errori, inevitabili in un paese di 550mila chilometri quadrati". Per queste affermazioni, l'allora leader del Front national è stato condannato nel 2008, sentenza successivamente confermata in appello e in Cassazione.
Il tribunale penitenziario di Parigi ha motivato la condanna, sostenendo che Le Pen "occultava o quanto meno insinuava un dubbio su ciò che è stato commesso dai nazisti sul territorio francese come la deportazione degli ebrei o le persecuzioni contro la resistenza".
La Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato irricevibile il ricorso promosso dall'ex leader di estrema destra, affermando che la condanna è "fondata da motivi pertinenti e sufficienti", e che la pena inflitta non appare "sproporzionata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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