Il grido disperato di un padre: "Jennifer non c'è più, ridatemi Chiara"

La figlia più grande era stata uccisa dalla compagna, la più piccola resta in una residenza protetta. L'uomo, estraneo ai fatti, chiede di poter rivedere la sua bambina

Incendio dell'abitazione a Servigliano in cui morì la piccola Jennifer
Incendio dell'abitazione a Servigliano in cui morì la piccola Jennifer

La notte dell’8 gennaio 2020 un incendio era divampato in una casa di Servigliano, in provincia di Fermo. Una donna avvolgeva tra le proprie braccia la figlia più piccola, urlando che in casa era rimasta la primogenita. Arrivati sul posto i vigili del fuoco non erano riusciti a salvare la ragazzina di 6 anni, Jennifer. Qualche tempo dopo, però, gli inquirenti avevano scoperto che i fatti si erano svolti diversamente.

Indagando sulle cause della morte della giovane vittima, erano arrivati alla conclusione che non era morta per il fumo respirato, ma per soffocamento. Fermati i genitori, la madre Pavlina Mitkova, 38enne di origine bulgara, aveva confessato di aver ucciso la figlia premendo con forza un peluche contro il suo viso. Per nascondere l'omicidio aveva poi appiccato il fuoco inscenando un incidente e fuggendo con la più piccola che, all'epoca dei fatti, aveva 4 anni.

Alla fine del processo l'indagata era stata ritenuta unica responsabile del delitto e per questo motivo condannata a 25 anni di reclusione.

Il calvario di un padre

Al dolore per la perdita di una figlia, però, si aggiunge quello non aver saputo più nulla su Chiara. La vittima di questa vicenda, oltre a Jennifer, è anche Ali Krasniqi, padre delle due bambine, ex ufficiale dell’esercito kosovaro.

Nonostante fosse stato ritenuto estraneo ai fatti l'uomo è stato allontanato dalla sua secondogenita che nel frattempo è stata portata in una casa protetta. Dopo varie vicissitudini e battaglie, il papà era riuscito ad arrivare al compromesso di poter rivedere la piccola solo durante incontri mensili protetti da operatori e assistenti sociali. La severità di tale decisione deriva dal fatto che gli inquirenti non erano pienamente convinti che l'uomo fosse completamente innocente. Dopo la chiusura delle indagini, però, il signor Krasniqi è stato dichiarato estraneo ai fatti.

Nonostante ciò, oggi, a distanza di oltre due anni dall’omicidio, la bambina si trova

ancora nella struttura e il padre non può riabbracciare la sua Chiara. Per questo motivo chiede da tempo che venga fatta giustizia per riportare a casa sua figlia e poterle dare finalmente un futuro sereno.

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