Troppo presto per vedere la vera luce in fondo al tunnel, ma si intravedono riflessi i primi barlumi: nella giornata di ieri si è registrata una lieve diminuzione dei contagi e delle vittime, che però non deve assolutamente far abbassare la guardia. La strada è ancora lunga. C'è chi sostiene che il Coronavirus si sia modificato e che ora non uccida più solamente gli anziani: al momento non esistono elementi di genetica che possano confermare tale mutamento, ma analizzando i grandi numeri c'è invece la dimostrazione "che i più esposti siano gli anziani e coloro che soffrono di gravi patologie" poiché sul totale di infettati si ha un 80% di positivi, un 15% di casi gravi e un 5% di casi critici. A parlare è il virologo Giovanni Di Perri, che ha fatto luce sulle incertezze relative al Covid-19: per ora non c'è sicurezza sul fatto che "chi guarisce ne sia poi immune. Nel breve periodo certamente sì. Ma di più non lo sappiamo".
Negli ultimi giorni si è parlato molto dell'immunità di gregge desiderata dalla Gran Bretagna, con l'intenzione di lasciare esposta la maggior parte della popolazione per far ottenere l'immunità ai rimanenti. Il responsabile Malattie infettive all'ospedale Amedeo di Savoia di Torino ha sottolineato che non si hanno prove scientifiche per il virus, ma solo ipotesi.
"Ottimista per il vaccino"
Il capo della task force di medici e di infermieri che fronteggia l'emergenza nelle corsie dell'ospedale ha fatto sapere di essere ottimista sul vaccino, in quanto la comunità scientifica "si è mobilitata e oggi può disporre di strumenti e di una capacità di ricerca infinitamente superiore al passato": sicuramente non arriverà subito, ma afferma che non ci sono motivi "per ritenere che il vaccino non si troverà".
Paradossalmente il virologo è preoccupato dal momento in cui la curva del contagio inizierà a scendere: "Sarà il momento più delicato e critico". Nell'intervista rilasciata a Libero ha spiegato che il serio rischio che si potrebbe correre è quello di "allentare le misure di prevenzione che abbiamo adottato, anche per una comprensibile stanchezza", permettendo così al virus di "reintrodursi creando una seconda e forse più grave emergenza". In queste settimane abbiamo visto lottare medici e infermieri, messi alla prova da stress e turni strazianti.
Perciò il dottor Di Perri ha concluso così: "Quando tutto questo sarà finito, dovremo ripensare a come riorganizzare il comparto sanitario. Non potrà più essere come prima".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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