Coronavirus, frenano i contagi e i decessi: 3.957 nuovi casi, 651 vittime

Ieri erano rispettivamente 4.821 e 793. Borrelli: "Numeri in calo, ma non abbassare guardia". I guariti sono 7.024 (+952). L'ultimo bollettino sull'emergenza coronavirus

Coronavirus, frenano i contagi e i decessi: 3.957 nuovi casi, 651 vittime

"I numeri sono in calo, ma si deve non abbassare guardia". Lo ha dichiarato capo della Protezione civile Angelo Borrelli in conferenza stampa per fare il punto sull'emergenza coronavirus. Nelle ultime 24 ore si è infatti registrata una lieve diminuzione dei contagi e dei morti. In particolare, sono 651 i nuovi deceduti (ieri erano 793) per un totale di 5.476 persone. Per quanto riguarda invece i soggetti positivi, ad oggi, sono 46.638 i malati: 3.957 in sole 24 ore mentre ieri si erano registrati 4.821 nuovi casi. Sale di 952 unità il numero dei guariti (7.024 in totale).

Dall'inizio della diffusione del virus in Italia sono 59.138 le persone hanno contratto il Covid-19 (contando anche morti e guariti). I pazienti ricoverati con sintomi sono oggi 19.846; 3.009 sono in terapia intensiva, mentre 23.783 sono in isolamento domiciliare fiduciario. "Sono 63 i pazienti trasferiti dalla Lombardia, due in più di ieri. Di questi 25 sono pazienti positivi, gli altri no covid", ha sottolineato Borrelli.

"I numeri di oggi sono minori rispetto a quelli di ieri - ha spiegato Borrelli -. Mi auguro che questi numeri possano essere confermati. Non bisogna abbassare la guardia, ma tenere le misure adottate e rispettare le indicazioni anche del provvedimento del governo". "Oggi - ha continuato il capo della Protezione civile - abbiamo registrato 12 colleghi risultati positivi al coronavirus. Abbiamo provveduto ad adottare tutte le misure e a sanificare gli ambienti. Ringrazio tutti gli uomini della Protezione civile, sono quasi due mesi che siamo qua a gestire l'emergenza. I colleghi risultati positivi continuano a lavorare da remoto, questa struttura continuerà a gestire l'emergenza".

"Non vogliamo farci prendere da facili entusiasmi né sopravvalutare una tendenza", ma il calo del numero giornaliero di contagi è "un segnale che cogliamo soprattutto perché comincia ad avvicinarsi alla distanza temporale a cui ci aspettiamo di vedere i segni tangibili dell'efficacia delle misure intraprese", ha commentato Franco Locatelli, direttore del Consiglio superiore di sanità. "Dopo quanto è stato comunicato dal premier Conte - ha aggiunto - siamo arrivati al massimo delle misure di prevenzione del contagio in termini di attività sociali piuttosto che lavorative". "Le prime misure di contenimento sono state adottate l'11 marzo - ha continuato Locatelli -. La prossima settimana sarà cruciale e ci aspettiamo di vedere un segnale di inversione di tendenza. Faccio un appello alla responsabilità dei cittadini: è fondamentale quanto più possibile nei contesti familiari mantenere misure stringenti di contenimento dei soggetti risultati positivi al coronavirus, altrimenti rischiamo di perpetuare il meccanismo di diffusione del virus".

Per quanto riguarda l'età dei soggetti colpiti, Locatelli ha dichiarato che "fino ai 20 anni a oggi non ci sono decessi o ricoveri in terapia intensiva. L'1% dei decessi aveva un'età inferiore ai 50 anni. È chiaro che è una fase emergenziale in cui vanno protetti i soggetti anziani, non trascurando il ruolo che possono giocare i bambini in termini di diffusione del virus. I bambini hanno una risposta superiore rispetto ai soggetti più anziani".

Locatelli ha poi fatto chiarezza sull'efficacia del farmaco Avigan usato in Giappone per combattere il virus. "L'agenzia italiana del farmaco, il comitato tecnico scientifico prendono in considerazione tutte le opzioni terapeutiche - ha spiegato -. Ma un conto è parlare di opzioni da testare e validare, un altro è definire alcune opzioni come la soluzione di un problema così importante. Prima di dire che abbiamo trovato soluzioni in termini di terapia antivirale servono prove inconfutabili".

Lombardia

"I dati di oggi sono un po' in chiaroscuro. Oggi però è più il chiaro dello scuro, anche se non si può cantare vittoria". Lo ha annunciato l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel corso di un video su Facebook sull'emergenza coronavirus. L'assessore ha spiegato che i casi positivi in Lombardia "sono saliti a quota 27.206, 1.691 più di ieri quando erano 3.200. C'è quindi un dimezzamento della crescita. I ricoveri in ospedale crescono a 9.439, 1.181 più di ieri, a cui si aggiungono i pazienti in terapia intensiva, che sono arrivati a 1.142, 49 più di ieri. I letti di terapie intensiva sono arrivati quasi a 1.300. Ma ci sono anche i dimessi che sono arrivati a 5.800 circa. I decessi sono arrivati a quota 3.456 (+361) mentre ieri si era registrato il record negativo di 546 in un giorno".

Sono in calo i contagi delle province. In particolare, a Bergamo sono in totale 6.216 i Covid positivi, 347 più di ieri, "il numero si è dimezzato - ha commentato Gallera - rispetto ai 715 di ieri". In calo anche Brescia dove si registrano 5.317 i malati, 289 più di ieri ma in calo rispetto ai 380 di due giorni fa. A Milano città e in provincia l'aumento dei contagi rallenta. Secondo quanto comunicato dall'assessore Gallera, oggi i positivi nella Città metropolitana sono 5.096, +424 rispetto a 24 ore fa. Ieri l'aumento era stato di 868. In città, poi, i casi sono arrivati a 2.039, con un incremento di 210 (mentre ieri di 279). Sono dati che "ci fanno ben sperare", ma bisogna aspettare martedì per vedere se saranno confermati e per parlare di "controtendenza".

Lazio

Nel Lazio oggi registriamo "193 casi di positività, in lieve aumento rispetto alle ultime 24 ore, mentre i decessi sono stati 3. Continua l'aumento delle persone guarite, che sono 58 in totale, e tra loro si registra la guarigione della 'paziente 1' di Rieti. Sono usciti dalla sorveglianza domiciliare in 4.

164", ha spiegato l'assessore alla Sanità e Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato, sottolineando che per "la prossima settimana ci aspettiamo un aumento dei casi Covid-19".

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