Nessun attacco informatico. Nessun fantomatico hacker avrebbe agito per mettere i bastoni tra le ruote a milioni di italiani ricorsi al portale Inps per chiedere i sussidi promessi dal governo. Il coronavirus rallenta, ma la situazione resta allarmante. "L’ipotesi di hackeraggio è da dimostrare, sta indagando la polizia postale", afferma Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza Inps a 24Mattino su Radio 24. Quindi, notizia che non farà piacere ai complottisti, la colpa del caos sul sito sarebbe da imputare allo stesso istituto di previdenza. E se lo dice un pezzo grosso Inps, c’è da credergli.
"Conoscendo l’attività dell’Istituto direi che c’è un problema in origine. L’istituto è stato nel tempo caricato e sovraccarico di funzioni. Il calcolo di queste settimane è che circa dieci milioni di persone si relazioneranno con il sito. Il che vuol dire in soldoni: una macchina che va a 120 km/h viene spinta a 160 km/h, ma il motore è sempre quello. A questo si aggiunge che nel tempo la progressiva riduzione degli investimenti è rimasta e il personale è molto calato. Se hai una macchina di media cilindrata che deve fare 2mila km al giorno, il motore va in tilt".
L’Inps avrebbe la responsabilità di non aver allertato sufficientemente il governo delle problematiche a cui si andava incontro. Mettere il petto in fuori e dire faremo tutto senza responsabilizzare chi ti affida questa funzione è stato quindi un errore. "Il problema è in origine: il legislatore non può pensare di risolvere tutte le questioni di assistenza dello stato sociale individuando un unico soggetto che sviluppa relazioni con milioni di persone. Con l’emergenza i nodi sono venuti al pettine e la cosa è esplosa", rimbrotta Loy.
Il sito dell’Inps è in gestione diretta però con un forte supporto di fornitori esterni, cioè grandi aziende che supportano l’attività informatica dell’istituto. Tra i 400 e i 430 milioni l’anno l’importo del costo generale dell’infrastruttura informatica. Cifra non da poco se si guardano i risultati tutt’altro che positivi. Ma i problemi non sono finiti qui. La novità di questa notte è la seguente: l’Inps ha abilitato l’accesso delle domande sui bonus dedicando l’accesso dalle 8 di stamattina alle 16 di oggi pomeriggio, ai cosiddetti intermediari: patronati, professionisti, associazioni di impresa. Tutti coloro che sono accreditati per rappresentare i cittadini nell’inoltro della domanda.
"Nello scorso anno - periodo pre Covid-19 - l’80% delle domande arrivate all’Inps erano mediate da questi soggetti. Dalle 16 in poi tocca ai cittadini singoli. Avremo un problema sulla cassa integrazione nei prossimi giorni". Ma c’è ancora un po’ di tempo per lavorarci. Poi Loy torna a parlare dei cosiddetti intermediari.
"Aver abilitato loro l’accesso indica un’ammissione di sottovalutazione dell’impatto quantitativo delle domande individuali, non avendo fatto una campagna adeguata. Come Consiglio di Vigilanza abbiamo detto e scritto mille volte che tutta la campagna di comunicazione dell’istituto era dedicata a un rapporto tra utente e istituto ed emarginava l’intermediazione tecnica e professionale.
Ora l’Istituto, la parte gestionale, fa una parziale marcia indietro dicendo: facciamo lavorare prima gli intermediari e poi apriamo ai singoli cittadini". Un dramma nel dramma. Un caso di cui tutti si sono accorti platealmente. E dare la colpa agli hacker, come se fossero marziani atterrati sulla Terra, di certo non aiuta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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