È stato letteralmente tempestato di offese e minacce il sindaco dell’accoglienza, Salvatore Martello, primo cittadino di Lampedusa. Tutta colpa di quelle parole, dette quando la nave Mare Jonio, era a poco più di un miglio dalle coste dell’isola. “Noi – aveva dichiarato a proposito dei 49 migranti a bordo dell’imbarcazione – siamo qui che li aspettiamo. Se arrivano sono i benvenuti”. Insomma, “i porti di Lampedusa sono aperti”. Da allora, come ha raccontato all’AdnKronos, “mi scrivono sia privatamente su Messenger di Facebook oppure mi inviano delle lettere. Ne ricevo a decine”.
Non proprio biglietti di auguri, ma messaggi come: “Criminale, socio della mafia, portali a casa tua, comunista di merda”. E ancora: “Brutto asino invece di pensare agli immigrati, dove hai degli interessi economici, cerca di pensare alla tua isola”. Oppure: “Lampedusa è ormai provincia di Addis Abeba?”. Ovviamente, tutte le missive indirizzate al primo cittadino non sono firmate. E lui sbotta: “Li vorrei incontrare di persona, mi piacerebbe vedere da vicino questi vigliacchi che si nascondono dietro l’anonimato. Abbiano il coraggio di farsi vedere. Ma non lo fanno”.
E a chi gli recrimina di aver detto che “i porti sono aperti” risponde: “Non mi risulta che ci sia un’ordinanza che prevede la chiusura dei porti in Italia e neppure a Lampedusa”. A dimostrazione di questo, aggiunge, “negli ultimi giorni ci sono stati due sbarchi, con decine di persone, tra cui bambini e donne, arrivati al porto direttamente sui barchini”.
Poi, dopo aver chiarito che per ora non intende sporgere denuncia, ne approfitta per dare una stoccata agli avversari politici: “Queste cose vengono alimentate da una cattiva informazione che viene fatta anche da qualche esponente del governo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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