L'armonia bestiale e la crudeltà umana

Che differenza c'è fra uccidere un animale e uccidere un uomo? Nessuna. Non è un duello. Il più forte uccide il più debole. Un uomo armato, è cieco di fronte alla vita, spara e uccide chi è disarmato davanti a lui

L'armonia bestiale e la crudeltà umana

L'uomo è crudele. E, fino al nostro tempo, animale fra gli animali, ha ucciso. Che differenza c'è fra uccidere un animale e uccidere un uomo? Nessuna. Non è un duello. Il più forte uccide il più debole. Un uomo armato, è cieco di fronte alla vita, spara e uccide chi è disarmato davanti a lui. Di un assassinio si tratta. Da bambino vedevo le donne strozzare i polli (oggi non si vede più) come un atto naturale, parte delle nostre abitudini, e poi bruciare, «strinare» le piume sulla pelle, che ancora si chiama «pelle d'oca», e non avvertivo la loro violenza. Poi il pollo arrivava nel piatto, con le sue ali e le sue cosce. Era la vita (e la morte) quotidiana. Oggi sono a vedere (non a cacciare) animali in una grande riserva in Africa. La caccia è riuscire a incontrare, mansueti all'apparenza, in una vastissima aerea, semiliberi, i «big five»: leoni, elefanti, rinoceronti, bufali, leopardi. Belli e potenti. Si incrociano, si rispettano. L'uomo ha la forza di ucciderli. Sento dire che i bufali con elmi guerrieri sono pronti a difendersi da leoni placidi e minacciosi, apparentemente in riposo davanti a leonesse appagate dormienti. Vedo licaoni famelici simili a jene, e fragili impala nati per fuggire.

Ovunque domina il silenzio, come in attesa di un'imboscata. Ma il male degli uomini è vile, improvviso. Ti coglie impreparato. Qui tutto è in armonia, anche la violenza. Dalla cima di un albero, immota e indisturbata, una civetta fissa la notte.

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