L'atelier di Giovanni Michelotti, storia di un grande designer

Dalla Triumph Spitfire all’Alpine Renault, fino alla Ferrari 365 GTB4 spider, confezionata appositamente per Steve McQueen: l'atelier è uno scrigno di bellezza

L'atelier di Giovanni Michelotti, storia di un grande designer

L’atelier torinese del grande designer automobilistico Giovanni Michelotti è uno scrigno di bellezza. Qui ci si perde tra gli splendidi schizzi autografi, mai resi pubblici fino ad oggi, di vetture passate alla storia. Basti pensare alla Triumph Spitfire, o all’Alpine Renault, o alla Ferrari 365 GTB4 spider, confezionata appositamente per Steve McQueen: autentici capolavori di design automobilistico.

Il titolare di questo laboratorio di idee è il figlio del leggendario progettista di auto. Si chiama Edgardo, ed è anche lui designer. Conserva da più di trent’anni l’archivio del suo vulcanico papà, che era nato nella città sabauda nel 1921. Quando Giovanni è morto, nel 1980, Edgardo ha cominciato a raccogliere i disegni delle oltre mille e duecento vetture ideate da Michelotti durante la sua carriera.

Edgardo ha aperto le porte della fucina paterna a “Italian Ways”, magazine internazionale on line, che ha realizzato con lui una videointervista sulla storia del padre durante la quale vengono mostrati i suoi disegni: una sfilata di Maserati, Bmw, Ferrari, Triumph, per citare solo alcune marche famose.

L’interesse internazionale sul lavoro del famoso “stilista di auto” è vivissimo ancora oggi, a distanza di sessant’anni da quel Salone Internazionale dell’Automobile di Torino del ’54, in cui Michelotti era l’uomo solo al comando con quaranta autovetture in mostra. Quest’anno le quotazioni dei suoi modelli hanno raggiunto cifre incredibili nella più importante asta d’auto statunitense, quella di Amelia Island, in Florida.

Qui c’è una miniera di bellezza italiana esportata in tutto il mondo. Una bellezza che il mondo continua a invidiarci. Nonostante tutto, verrebbe da dire.

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