L'orologio rubato al ferrarista Charles Leclerc, lo scorso aprile a Viareggio? Sarebbe già stato venduto dai ladri in Spagna, per un decimo del suo reale valore. O questo, almeno, è quanto sostiene il quotidiano Il Mattino, per quanto concerne gli sviluppi del furto ai danni del pilota di Formula 1 avvenuto la scorsa primavera nella città della Versilia. Quel giorno due uomini riuscirono a sfilargli il gioiello con la scusa di una foto ricordo, prima di fuggire a bordo di uno scooter.
Le forze dell'ordine erano riuscite a ricostruire il tragitto percorso dal duo durante la fuga anche grazie al supporto dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, però il fatto che entrambi indossassero il casco ha rappresentato un ostacolo non da poco per le indagini (al pari del buio, del resto). Gli investigatori del Comune toscano stavano comunque lavorando per risalire all'identikit dei rapinatori, ma non si tratterebbe di persone del posto: a portare a termine il colpo sarebbero stati dei "trasfertisti" con base a centinaia e centinaia di chilometri di distanza.
Sempre in base a quanto riportato dal quotidiano partonepeo infatti, gli autori sarebbero tre volti noti al panorama criminale di Napoli e riconducibili alla zona del Cavone e dei Quartieri Spagnoli. Avrebbero infatti rubato loro il Richard Mille del "driver" monegasco della Ferrari con l'obiettivo di rivenderlo per ottenere almeno un milione di euro. Si tratta del resto di un cronografo unico al mondo, realizzato con un mix di materiali di alto pregio e resistenza ed equipaggiato con il cinturino più leggero mai creato dal marchio svizzero. Un bene dal valore commerciale di due milioni di euro, ma i tre erano ben consapevoli di non poter ricavare per intero quella cifra dalla futura vendita.
Il motivo? La dedica della stessa azienda elvetica a Leclerc ben visibile vicino al quadrante e consistente nell'autografo dello sportivo ventiquattrenne, che renderebbe troppo riconoscibile l'oggetto. E hanno anche atteso qualche mese prima di piazzarlo sul mercato, facendo sì che le acque nel frattempo si calmassero. I conti si sono tuttavia rivelati esatti solo in parte: il dettaglio della firma ha reso impossibile far sì che l'orologio potesse essere venduto sul piano campano e nazionale, con gli eventuali interessati a comprarlo scoraggiati dalle maggiori probabilità di essere individuati dalla giustizia.
Non è rimasta che la pista estera: dal milione di euro iniziale richiesti ad un imprenditore spagnolo per l'acquisto, se ne sono visti offrire solamente 200mila. Somma sulla base della quale si è concluso l'affare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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