“Gentile Signora, in occasione delle onoranze ai Caduti della RSI al Campo 10 del Cimitero Monumentale Musocco di Milano il suo antifascismo ha palesato una delle sue punte più acute”. È questo l’incipit della lettera aperta indirizzata alla presidente della Camera, Laura Boldrini, da un docente “ribelle”: il prof. Augusto Sinagra. Nome noto nel mondo accademico, sebbene si definisca da sempre un “uomo non allineato” all’establishment insegna diritto delle Comunità europee proprio a La Sapienza, una delle università più rosse della Capitale.
Ieri, nella lettera aperta affidata al web, la sua voce fuori dal coro si è sollevata in merito ai recenti fatti del Musocco di Milano, che hanno visto la Boldrini in prima linea nei panni di “giustiziera” dei “nostalgici”. Secondo la presidente della Camera, infatti, “le manifestazioni fasciste in Italia non possono essere consentite: né il 25 aprile, né in qualsiasi altro giorno dell’anno”.
Alla Boldrini, che in riferimento alla commemorazione organizzata sabato scorso dai militanti di Lealtà-Azione e Casa Pound ha parlato di “affronto alla democrazia nata dalla Resistenza”, Sinagra risponde: “Lei è un corpo estraneo alla democrazia. Lei è espressione di un partito politico minimale non solo sul piano numerico ma soprattutto sul piano propositivo. Lei è stata eletta Presidente della Camera (dico “Presidente” e non “Presidenta” per non storpiare la lingua italiana) all’esito di intese partitiche alle quali i cittadini e la democrazia sono rimasti estranei. Lei non sa nulla di fascismo e il suo antifascismo è solo strumentale alla pur comprensibile sua esigenza di dare una giustificazione alla sua stessa esistenza”.
“Se poi il fascismo viene dogmaticamente assunto come ‘violenza’ – prosegue l’accademico –, la invito a riflettere sul fatto che vi sono due tipi di violenza: quella fisica e quella morale. Alla prima si può resistere, alla seconda non si può e lei non si rende conto di esercitare una continua violenza morale”.
A questo punto, il docente, chiama in causa alcuni precedenti: “Non ne perde l’occasione anche quando, tra le altre cose, pretende di imporre il suo punto di vista a proposito delle invasioni migratorie che subisce il nostro Paese. Perché lei lo faccia, francamente non mi interessa. Evidentemente è uno dei suoi problemi, come quello della rimozione dell’Obelisco Mussolini al Foro Italico di Roma. La storia non si cancella, egregia Signora, e al fondo vedo un’attitudine palesemente rivolta alla paura quando lei sollecita imperiosamente iniziative censorie di immagini ed opinioni su Facebook rievocative del fascismo”.
“Mi fermo qui, egregia Signora.
Discutere con lei non ha rilievo culturale”, conclude il professore che, però, prima di congedarsi definitivamente rivolge alla Boldrini un augurio: “Le auguro le migliori cose per questo scorcio di legislatura perché lei non sarà più rieletta presidente della Camera”.
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