Ci sarà una seconda ondata di Coronavirus nei prossimi mesi? Gli esperti si sono divisi anche su questo campo: da una parte c'è chi continua a paventare il peggio; dall'altra chi invita a rispettare le norme per limitare la diffusione del contagio ma al tempo stesso rassicura i cittadini e non vuole creare allarmismi. Tra questi vi è Matteo Bassetti, la cui tesi parte da uno scenario chiaro: probabilmente sono almeno il doppio gli italiani contagiati dal Covid-19 rispetto a quanto indicato nell'indagine di sieroprevalenza pubblicata nei giorni scorsi dall'Istat. Ecco perché sostiene che il valore di 1,5 milioni di persone (2,5% della popolazione) andrebbe ricalcolato intorno a 4-5 milioni, "riducendo la letalità, cioè il numero di decessi sul totale degli infetti, dall'attuale 2,3% al più verosimile 0,6-0,8%".
Il direttore della clinica malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova ha specificato che non intende in alcun modo negare il dramma che si è verificato nel nostro Paese, ma ha posto l'attenzione sul fatto che il virus in questione è un problema per la contagiosità: "Quando il virus del Covid-19 arriva con una grande carica virale, attacca in modo devastante. Per fortuna, mentre altri virus danno praticamente le stesse manifestazioni cliniche, il nuovo Coronavirus può dare una variegata serie di sintomi, dai più blandi - febbre, tosse, stanchezza - alla polmonite, nell'1-3% dei casi. La forma brutta, quella critica, colpisce meno del 5% dei positivi".
"Più casi in autunno"
La situazione da evitare assolutamente è la presenza di molti casi in contemporanea: bisogna allungare l'onda del contagio ed evitare picchi di infezioni in poco tempo, puntando ad avere pochi casi per più tempo. La sua posizione su una possibile seconda ondata è ormai nota e si basa su alcune realtà di fatto: i reparti sono pronti, il sistema sanitario ora è più preparato con mascherine e altri dispositivi di protezione e si conosce meglio il modo con cui trattare il Coronavirus. "Pensare a una seconda ondata come uno tsunami, ricordando l'epidemia della Spagnola del 1918, mi sembra un allarme ingiustificato. Avremo più casi in autunno, dovremo diventare più bravi a distinguere l'influenza dal Covid", ha affermato Bassetti.
Nell'intervista rilasciata a La Verità, l'infettivologo ha ribadito che si dovrà imparare a convivere con il Covid-19 mettendo in pratica le principali misure di prevenzione: mantenere la distanza di almeno un metro tra le persone, lavarsi frequentemente le mani e indossare la mascherina quando si è a bordo dei mezzi pubblici, in ascensore o in una stanza con altri individui. Intanto si fa sempre più delicata la questione trasporti, con l'ipotesi di eliminare il distanziamento sociale sui treni che ha fatto molto discutere.
Bassetti ha sottolineato che indossando la mascherina chirurgica non si buttano fuori le particelle: "Nel mio reparto, dal 20 febbraio mettiamo la mascherina e non abbiamo avuto casi di positività nel personale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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