La questione trasporti in questo periodo di partenze per le vacanze, su cui però grava l’emergenza coronavirus, si fa sempre più delicata. Negli ultimi due giorni tante polemiche e anche un profondo disorientamento sono stati provocati dall’annuncio di Trenitalia e Italo della possibilità di tornare a viaggiare a capienza piena, senza più riservare dei posti vuoti necessario per garantire il distanziamento tra i passeggeri. Una decisione, questa, fortemente criticata dagli esperti del Cts, il Comitato tecnico scientifico, che hanno spiegato come la scelta sia stata presa "senza aver ricevuto il parere del Comitato" e "desta molta preoccupazione". Poi l’intervento del ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha firmato un'ordinanza che vieta allentamenti delle misure a bordo dei mezzi.
Ma il caos, sotto certi aspetti, continua. Perché qualcuno si è posto una domanda: come mai tutto questo clamore riguardo i treni, anche se in realtà la regola indica che le distanze devono essere mantenute in tutti i luoghi pubblici chiusi, mentre sugli aerei si può volare normalmente? Come racconta il Corriere della Sera, diverse sono le motivazioni che spiegano la disparità di trattamento. Il motivo principale che ha spinto gli esperti del Cts ad autorizzare le compagnie aree a riempire i velivoli è che i sedili su questi mezzi non consentono mai di viaggiare "faccia a faccia". Il via libera è stato dato a metà luglio.
Due mesi fa, invece, il governo aveva rivisto una iniziale posizione più rigida in materia così da adeguarsi alle linee guida dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) e permettendo all’Italia di riallinearsi con il resto d’Europa. Per salire a bordo i passeggeri devono avere una temperatura corporea inferiore ai 37,5 gradi centigradi e la mascherina. Attenzione però. Perché il decreto spiega che l’obbligo di distanziamento interpersonale è in vigore a meno che "l’aria a bordo sia rinnovata ogni tre minuti, i flussi siano verticali e siano adottati i filtri Epe in quanto tali precauzioni consentono una elevatissima purificazione dell’aria". Questa tecnologia è presente su quasi tutti gli aerei che volano in Italia, come gli Embraer, gli Airbus e i Boeing.
Al Corriere della Sera, Salvatore Sciacchitano, primo italiano della storia a guidare l’Icao, l’organizzazione internazionale dell’aviazione civile, ha sottolineato che sugli aerei "l’aria è pulita come quella delle sale operatorie degli ospedali". Gli ingegneri dei costruttori Boeing e Airbus hanno spiegato che il sistema di circolazione dentro i velivoli è stato pensato per far circolare aria al 50% presa da fuori e al 50% da dentro, ma filtrata, per 20-30 volte all’ora. In pratica, quella che i passeggeri respirano cambia ogni 2-3 minuti. "Non avviene lo stesso nemmeno negli ospedali dove c’è aria nuova cinque volte all’ora, mentre negli altri edifici (case, scuole, cinema, ristoranti) una volta o al massimo 2,5 volte ogni sessanta minuti", ha chiarito da Embraer, azienda che fabbrica i velivoli.
Ma vi è un altro punto importante. L’aria viene diffusa dall’alto verso il basso: ciò, secondo gli esperti, evita che eventuali particelle contagiose possano diffondersi in cabina. Questo ricambio avviene grazie ai filtri Hepa (High efficiency particulate air ) "che sono identici a quelli degli ospedali e per questo riescono a catturare fino al 99,97 per cento dei microbi presenti", sostiene la Iata, la International Air Transport Association. Una percentuale estremamente alta che, secondo alcune compagnie, sale al 99,999 su alcuni mezzi. Come se non bastasse, si specifica che la stessa aria scende velocemente in basso e viene catturata da altri filtri posti sul pavimento.
Per fare ulteriore chiarezza sul distanziamento, il Cts ha fissato una riunione per giovedì 6 agosto: all’ordine del giorno ci sono le linee guida sui trasporti. Un appuntamento necessario visto il periodo e in considerazione anche degli aumenti di casi di contagio.
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