Papa Francesco non è Karol Wojtyla. In questa fase, si fa un gran parlare delle prese di posizione del Vaticano in relazione alla guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina. E spuntano disamine sul cosa avrebbe fatto questo o quel Papa se il suo regno si fosse svolto in contemporanea con il conflitto che sta mettendo a ferro e fuoro l'Ucraina.
Se Joe Biden in Polonia ha preferito citare San Giovanni Paolo II ed il suo "non abbiate paura", Jorge Mario Bergoglio ha gridato al mondo il suo scandalo per la "barbarie" della guerra ma soprattutto per come alcuni Stati si stiano impegnando nella spesa militare e nel riarmo.
Se si ritiene inutile presentare paragoni storici che potrebbero risultare inappropriati, può essere utile ricordare come San Giovanni Paolo II si sia dovuto confrontare a sua volta con l'ipotesi (per fortuna rimasta stale) che la Russia invadesse una nazione vicina, ossia proprio la Polonia. L'Ucraina non è il Paese da cui il gesuita proviene, mentre la Polonia era la patria del compianto pontefice divenuto Santo.
Comunque sia, l'ex arcivescovo di Buenos Aires, come spiegato da Andrea Indini, avrebbe potuto decidere di recarsi a Kiev. Ma per ora dalle parti di piazza San Pietro non sembrano intenzionati a mettere in campo questo gesto clamoroso. Bergoglio, per Le Monde e per altri quotidiani, sembra aver scelto la linea della "equidistanza". Qualcuno - di sicuro - si sarebbe aspettato una condanna più ferma nei confronti di Vladimir Putin da parte della Santa Sede. Altri pensano che il vertice della Chiesa cattolica, per il conseguimento della pace, non possa parlare con il "linguaggio della politica".
Di certo, come fatto presente dal direttore Augusto Minzolini in questo articolo rispetto ad altre fasi calde della storia occidentale, qualche differenza con le prese di posizione di Wojtyla, come ai tempi di Reagan, c'è. Sul blog del vaticanista di lungo corso Sandro Magister, è ancora possibile leggere la lettera che Giovanni Paolo II ha scelto di indirizzare a Leonid Breznev, che presiedeva l'Urss. Erano i tempi in cui si vociferava proprio della possibilità dell'invasione sovietica della Polonia.
"Pertanto, avendo ben presenti i vari e seri motivi di preoccupazione creati dalla tensione per l'attuale situazione in Polonia, le chiedo di fare il possibile affinché tutto quello che, secondo un'opinione assai diffusa, costituisce la causa di questa preoccupazione, venga rimosso", scriveva il pontefice polacco, in maniera lapidaria, al capo supremo del soviet. E ancora: "Confido che voglia fare tutto ciò che è in suo potere per dissipare l'attuale tensione, affinché l'opinione pubblica politica sia rassicurata nei riguardi di questo problema tanto urgente e delicato".
Quello che emerge è, ancora una volta, e per quanto non esista il bisogno di ribadirlo, l'interventismo
di papa Wojtyla in geopolitica. Una lettera che in queste ore inizia a rimbalzare pure su Twitter e su altre piattaforme social. Quasi come se parte dell'opinione pubblica si aspettasse qualcosa di simile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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