La Liberazione e quella piazza zona franca anti Covid

Liberazione uguale liberi tutti. Se festeggi il 25 aprile nessuno ti può accusare di assembramento e puoi fare quello che ti pare

La Liberazione e quella piazza zona franca anti Covid

Liberazione uguale liberi tutti. Se festeggi il 25 aprile nessuno ti può accusare di assembramento e puoi fare quello che ti pare. Eppure, spulciando i numerosi dpcm prodotti nell'ultimo anno, non siamo mai incappati in provvedimenti ad hoc che considerino la festa della Liberazione una zona franca. Ci devono essere sfuggiti. Per carità: legittimo e sacrosanto manifestare sempre le proprie opinioni e noi chiediamo più libertà per tutti, ma non si possono applicare sempre due pesi e due misure.

Invece, in questo Paese un po' sbilenco, anche la manifestazioni vengono interpretate in base alla loro coloritura politica. Anche se il Covid non guarda in faccia a nessuno e se ne frega della destra e della sinistra: una piazza gremita di «neo partigiani» è assolutamente uguale a una piazza di ristoratori. Dunque se, come è successo due giorni fa, complice una bella giornata di sole, migliaia di persone si ritrovano nelle piazze e nelle strade di tutta Italia in cortei che a volte diventano feste e a volte - è accaduto a Bologna - si trasformano in veri e propri rave, nessuno dice nulla. Lo spritz all'aperto e in compagnia, se lo bevi in nome della Resistenza, è legalmente tollerato. Probabilmente, per farsi una cenetta oltre le 22, basta appiccicarsi sulla camicia un bell'adesivo dell'Anpi e il gioco è fatto. Così le foto dei cortei di domenica non hanno turbato nessuno, neppure quelli, all'Alessandro Gassman, che di solito appena vedono più di cinque persone in gruppo chiamano gli elicotteri dell'esercito. I sindaci non hanno protestato indignati, i politici - fatta eccezione per Giorgia Meloni e pochi altri - non hanno alzato il ditino con fare accusatorio e giornali e telegiornali, con un formidabile strabismo, hanno messo alla berlina i poveracci che si facevano una passeggiata nel centro storico della loro città, per poi elogiare il civismo delle folle che hanno festeggiato (assembrate) il settantaseiesimo compleanno della Liberazione.

Un trattamento totalmente diverso da quello riservato alle varie manifestazioni di commercianti che hanno

invaso le piazze al grido di «Io apro» e sono stati puntualmente sbeffeggiati e accusati di comportamenti irresponsabili. Per la prossima Liberazione speriamo di liberarci, oltre che del Covid, anche dei soliti pregiudizi.

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