È successo che l'altra sera, noi che amiamo allo stesso modo la televisione e la politica, essendo la televisione la continuazione della politica con altro mezzo, abbiamo acceso su La7 purtroppo ci siamo persi Otto e mezzo ritrovandoci a Dimartedì, dove, introdotti da un Giovanni Floris che metteva in guardia da un momento in cui non è garantita la libertà di parola, si sono susseguiti: Luca e Paolo e la loro satira d'opposizione contro un governo che non tutela la libertà di parola, Lilli Gruber molto preoccupata per una Meloni che non protegge la libertà di parola, Michele Santoro furibondo contro un sistema che zittisce la libertà di parola, Carlo Rossella che ironizzava su una Rai in cui manca la libertà di parola, Alessandro Di Battista che denunciava un Paese che soffoca la libertà di parola, e così, a quel punto, esausti, e non sapendo - peccato - che ci saremmo persi Massimo Giannini, abbiamo cambiato canale, precipitando dalla Berlinguer, dove ci siamo imbattuti in una tirata di Elly Schlein contro il controllo dell'informazione e la mancanza di libertà di parola, fino a quando è sbucato dal video, erano le 23, il nostro direttore Sallusti, «Olè!», abbiamo detto, «Finalmente uno che potrà dire una parola!», ma è stato subito messo a tacere da una Concita De Gregorio la quale prendeva le parti di tutti coloro cui è stata tolta la libertà di parola.
E che imperversano - ogni sera - a reti unificate.
Poi abbiamo spento. Dopo c'era Andrea Scanzi.
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