Un'inchiesta per mettere in luce un fatto che, se confermato, sarebbe gravissimo. A denunciare la situazione è stato Max Andreetta, inviato di Piazzapulita per La7, il quale ha svelato uno scandalo - che ha lasciato senza parole gli ospiti della trasmissioni e i telespettatori - relativo all'ospedale Sacco di Milano del cui reparto di Malattie infettive è direttore Massimo Galli. Il giornalista di Corrado Formigli ha raccontato di essere stato alla dogana, dove ha trovato diversi scatoloni di mascherine KN95 fermi. A quel punto si è recato presso quello che può essere considerato uno dei templi della lotta al Coronavirus in questo anno di pandemia, cioè il Sacco di Milano.
L’inviato di #Piazzapulita Max Andreetta mostra una scatola recuperata all’Ospedale Sacco di Milano e spiega: “Al Sacco hanno utilizzato fino a dicembre 2020 anche mascherine non conformi: sulla scatola c’è scritto “non a uso medico””.https://t.co/qxZplkFaof
— Piazzapulita La7 (@PiazzapulitaLA7) March 11, 2021
L'inviato ha parlato con gli operatori sanitari e da loro ha ricevuto una confezione di mascherine di quel tipo. Sarebbero stati proprio quelli i modelli di dispositivi di protezione delle vie respiratorie che gli addetti avrebbero indossato fino a dicembre 2020: "La KN95 per l'Europa non vuol dire nulla". A far venire i brividi è il fatto che sulla scatola vi sono tre parole che parlano in maniera molto chiara: "Non-medical usage". Ovvero non a uso medico. "Si sono poi attrezzati. Di recente è arrivato il carico delle mascherine CE. Però i nostri eroi di questa pandemia, quelli che in prima fila si sono impegnati per preservare la salute e per salvare la vita delle persone, hanno dovuto lottare con uno scolapasta", ha aggiunto il giornalista.
Anche in farmacia
Ormai le mascherine sono indispensabili per la vita di tutti i giorni: per andare al lavoro, per spostarsi in strada, per salire sui mezzi di trasporto e per farsi visitare in una clinica. Tuttavia, come viene denunciato ormai da tempo, non sempre i dispositivi risultano essere effettivamente affidabili come dovrebbero. Un vero e proprio problema per la salute dell'intero Paese. Sempre la trasmissione de La7, con l'aiuto del laboratorio della Fonderia Mestieri e quello dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ha esaminato alcuni esemplari quotidianamente commercializzati. Quanto emerso è sconcertante.
A partire da alcuni campioni di mascherine di importazione acquistati in farmacia, è venuto fuori che la Ffp3 - utilizzata nei reparti Covid degli ospedali e che dovrebbe filtrare al 99% - "protegge come una ffp2, cioè al 95,5%". Mentre la Ffp2 esaminata solamente all'85%.
"Anche la farmacia è stata fregata", fanno sapere a Piazzapulita. Sui dispositivi figurano un marchio e un numero che identificano l'ente di produzione; il logo somiglia a quello CE (conformità europea) ma in realtà significherebbe "China exportation".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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