Nelle prossime ore gran parte dell'Italia torna arancione, eccezion fatta per la Puglia, la Campania e la Val d'Aosta che restano rosse e per la Sardegna che, invece, lo diventa. Le chiusure delle scorse settimane hanno sortito l'effetto desiderato e il Paese può iniziare a tirare un sospiro di sollievo anche se l'allerta non dev'essere ancora abbassata, altrimenti il rischio è quello di veder nuovamente crescere i ricoveri negli ospedali e i decessi. Lo dice chiaramente Franco Locatelli, coordinatore del Cts, in un'intervista al Corriere della sera.
"Guai se pensassimo che siamo completamente fuori dal problema. Ci ritroveremmo alla situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici per l’intero Paese. Le aperture vanno certamente fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri", spiega il professore. I valori di Rt0 sono in calo in Italia, l'epidemia ha rallentato la corsa e al momento ha raggiunto un plateau. Sono incoraggianti anche i numeri dei ricoveri e delle terapie intensive, in calo rispetto alla scorsa settimana, così come i valori dei nuovi casi non associati a catene di trasmissione. Con una situazione simile, afferma Locatelli, "le aperture vanno certamente fatte per rispondere alla crisi economica e sociale, ma devono essere ben ponderate in funzione dei numeri".
Come un mantra ripetuto all'infinito, anche Locatelli spinge sul vaccino come migliore arma per uscire dall'epidemia. Ora non è il momento per voltarsi indietro secondo il coordinatore del Cts, le eventuali critiche al sistema si faranno in un secondo momento: "Pensiamo a mettere in sicurezza le persone che corrono i rischi maggiori se infettate dal nuovo Coronavirus: i pazienti oltre i 60 anni d’età, in cui si concentrano più del 95% dei decessi, e coloro che hanno note di particolare fragilità per patologia concomitante". Il generale Figliuolo da settimane calca la mano sull'obiettivo delle 500mila dosi settimanali, che per Franco Locatelli non sono un'utopia: "Il fattore limitante è stato il numero di dosi disponibili inferiori a quelle che erano state pattuite. L’obiettivo dei 500mila vaccinati al giorno non è un sogno, è una priorità assolutamente raggiungibile se avremo le dosi che sono state previste".
Oltre alla scarsità di dosi, ora è necessario convincere i cittadini che il vaccino AstraZeneca è sicuro ma, soprattutto efficace contro la malattia grave e la morte da Covid. Non un'impresa facile ma necessaria. Però Locatelli non vuol sentir parlare di confusione nella comunicazione, perché "all’inizio del suo impiego, pur essendo approvato per tutti i pazienti maggiorenni, i dati disponibili sull’efficacia nelle persone anziane erano limitati e per questa parziale incertezza se ne è consigliato l’uso preferenziale nei soggetti sotto i 55 anni d’età. Ma il profilo di sicurezza oltre questo limite d’età non è mai stato in discussione".
Intanto, mentre si discute su come recuperare la fiducia persa nel vaccino AstraZeneca, attualmente quello del quale l'Italia ha maggiori disponibilità e con il quale potrebbe raggiungere un'ottima copertura vaccinale per gli over 60, da lunedì riapriranno le scuole. Lentamente il Paese cerca di tornare a una parvenza di normalità, mentre si discutono anche i termini per la riapertura di ristoranti e bar, ma anche dei centri sportivi, delle palestre, delle piscine e dei centri della cultura. I numeri del contagio sono in calo, oggi sono stati registrati 17.567 contagi e 20.483 guariti e dimessi.
Il saldo degli attualmente positivi subisce un decremento così come quello dei ricoverati e dei pazienti in terapia intensiva. Nei prossimi giorni sono in arrivo le prime dosi di vaccino Johnson & Johnson, che per la prima fornitura ammonterà a circa 4.5 milioni di dosi.
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