La seconda Affittopoli romana dimostra che un rapporto troppo stretto e vincolante fra politica e interessi del cittadino produce inefficienza e corruzione. Se e quando la politica interferisce sul mercato, distorcendone i meccanismi naturali e spontanei che si estrinsecano nel libero e proficuo rapporto bilaterale fra domanda e offerta, la società si prende la rivincita e provvede. Con la corruzione. Qualcuno, nella politica o nella Pubblica amministrazione, disposto a farsi corrompere c'è sempre; tutto sta ad individuarlo ed approfittarne. Gli affitti spropositamente bassi per una certa casta sono l'aspetto più appariscente della corruzione di Affittopoli, sulla quale i media ora si sbizzarriscono, processando la politica. In realtà, si tratta di un caso di cattiva amministrazione generato dall'inefficienza e dall'invasività di una politica clientelare e interventista. E qui, come si suol dire, casca l'asino. Confonderli, produce vincoli discrezionali, dei quali, poi, qualcuno approfitta per intervenire dove non dovrebbe, generando inefficienze e corruzione, alle quali si cerca, poi, di porre rimedio con metodi non sempre ortodossi. Tutte le società a forte incidenza della politica e della Pubblica amministrazione ne soffrono. L'Unione Sovietica dove sono vissuto a lungo, osservandone e studiandone le dinamiche è crollata proprio perché non c'era separazione e distinzione fra politica e società civile; e la corruzione era il solo modo di porvi rimedio... Da noi, in Italia, sta accadendo la stessa cosa. La politica e la Pubblica amministrazione, eccessivamente invasive, hanno occupato gli ambiti propri del mercato, finendo col condizionarlo. La risposta della società civile, interprete degli interessi concreti individuali, è la corruzione. Di corruzione è morta l'Urss e minaccia di morire l'Italia... La mia insistenza sui mali del nostro Paese deriva proprio dall'esperienza che ho fatto in Urss, dove ho assistito al fallimento e al crollo di un sistema politico che pretendeva di creare la società e l'uomo perfetti. Malauguratamente per tutti i sistemi razionalistici - che si affidano a un ideale della società e di uomo non in sintonia con la loro vera natura questa illusione si scontra con l'empirismo e lo scetticismo liberali, che prendono la società e l'uomo come sono e si limitano a governarli come sono, senza la pretesa di cambiarli. La superiorità del liberalismo sulle dottrine che vogliono creare la società e l'uomo perfetti sta tutta qui, nell'empirismo e nello scetticismo di prendere società e uomo come sono, senza pretese razionalistiche di farne un'entità perfetta, l'una, e un essere senza peccato, l'altro...
Là dove si è preteso di creare società e uomini perfetti sono nati campi di concentramento e di sterminio, mentre là dove li si è presi, e accettati, come sono, limitandosi a governarli, è sorta e si è sviluppata la civilizzazione occidentale.piero.ostellino@ilgiornale.it
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