Monsignor Andrea Gemma, 84 anni, vescovo emerito della diocesi di Isernia e Venafro, dal 1992 effettua esorcismi con frequenza settimanale. Uno degli ultimi preti rimasti a combattere il demonio faccia a faccia, scacciandolo come solo la forza del Crocifisso riesce a fare. Ed ha un'idea chiara di come operi il maligno nella storia, anche attraverso l'islam: "Senza dubbio - dice - l' irruzione dell' islam nella storia ha offerto a Satana uno spiraglio. Il maligno si è servito di Allah e del suo profeta, Maometto".
Duro e deciso, l'ultimo vescovo esorcista d'Italia. "Anni fa eravamo in due, io e l'arcivescovo Emmanuel Milingo. Oggi, sono l'unico vescovo nel Paese a esercitare esorcismi direttamente. Quando cominciai, nella diocesi di Isernia, la cattedrale era sempre strapiena. Dopo un po' la gente, fuori, creava disagi al traffico: dissi basta ai gruppi di preghiera e decisi di intervenire con le singole persone. Pensi che, una volta, nel tentativo di colpirmi, un bisognoso mi lanciò una sedia che attraversò la chiesa".
Non deve essere facile fare il mestiere dell'esorcista. Anzi: a volte risulta pericoloso. Quando può benedice i bisognosi al telefono, e spesso la cosa può risultare efficace. Ma il più delle volte deve incontrare i suoi "pazienti" e combattere da vicino il demonio. "Ma nessuno si deve illudere che basti una sola seduta per sconfiggere il demonio", dice spiegando che la vocazione gli venne ascoltando una predica di Giovanni Paolo II sul maligno. Il suo esorcismo più difficile fu quello di un ragazzo veneto: durò un'intera Quaresima: "Una famiglia mi raggiunse dal Veneto e si installò per un mese in albergo - racconta - L' indemoniato era il figlio, un ragazzotto ben robusto. C' era bisogno di tre persone per tenerlo fermo: urlava, si contorceva, sbavava. Non parliamo, poi, delle parole che fuoriuscivano dalla sua bocca all' indirizzo di Dio e del sottoscritto. Ogni volta, uscivo in un bagno di sudore".
E a chi pensa che la questione esorcismo non lo tocchi da vicino, si sbaglia. "Siamo tutti a rischio - dice - Ecco perché dobbiamo pregare e andare a messa: affinché il demonio rimanga al suo posto. Non appena individua uno spiraglio per entrare, lui si infila". Ma perché si viene posseduti? "Se un individuo è posseduto - spiega il vescovo a La Verità - non significa che sia un peccatore. A volte, si tratta di una permissione di Dio per provare la santità stessa. Nella storia, diversi beati furono infestati dal maligno. Padre Pio non fu posseduto, ma venne profondamente vessato dal demonio: si recava nella sua stanza e metteva tutto a soqquadro, lo bastonava fisicamente lasciandolo con il volto tumefatto". Alla fine il demonio lo lasciò libero: "La sua ultima frase fu: "Adesso me ne devo andare", dopodiché si accasciò a terra come fosse svenuto. Era finalmente liberato".
Una delle cose più difficili è capire se una persona è posseduta oppure no. "Esistono più segnali rivelatori - afferma Gemma - Il primo è una grave e ripetuta avversione per tutto ciò che è sacro: immagini, luoghi, sacramenti. Un signore mi disse: "Ogni volta che assisto alla messa, dentro di me sento come una rivoluzione". Il posseduto non può sostenere lo sguardo sul crocifisso che porto al collo, né sulla Madonna incisa sul mio anello episcopale. Le reazioni più evidenti si manifestano alla presenza di un esorcista: il picco si raggiunge quando recito la formula della liberazione".
Una formula semplice, se si vuole. Una semplice preghiera, ma efficace. Nessuna "stregoneria" come si vede nei film. "San Michele arcangelo - declama il monsignore - difendici nella lotta; sii nostro aiuto contro la cattiveria e le insidie del demonio.
Gli comandi Iddio, supplichevoli ti preghiamo: tu, che sei in Principe della milizia celeste, con la forza divina rinchiudi nell' inferno Satana e gli altri spiriti maligni che girano il mondo per portare le anime alla dannazione. Amen".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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