Le maestre insultano il figlio, ma è la mamma a venire denunciata

La mamma è stata denunciata perché avrebbe violato la privacy delle maestre. Gli insulti all'alunno nelle chat: "Sporco, bambino di m...."

Le maestre insultano il figlio, ma è la mamma a venire denunciata

Quando cinque mesi aveva letto nelle chat delle maestre gli sfottò rivolti al figlio di 8 anni, le era franata la terra sotto i piedi. Giorni dopo, con tanto di prove alla mano, la mamma aveva deciso di querelare le colleghe (è anche lei un'insegnante) ma costoro, invece che chiedere scusa, sono passate al contrattacco denunciandola per violazione della privacy. E ora il caso è finito sul banco della Corte d'Appello di Milano, compentente per i crimini informatici in tutta l'area della Lombardia.

La storia

I fatti risalgono allo scorso febbraio. Stando al racconto della mamma, un'insegnante della scuola elementare "G. Carducci" di Pavia, una collega le avrebbe chiesto di controllare il pc che stava dando dei problemi di connessione. Mentre tentava di individuare l'inghippo, la donna si sarebbe imbattuta accidentalmente nella chat di gruppo di alcune maestre che schernivano suo figlio, un alunno dell'istituto. Il nome e cognome del bimbo, suo malgrado, le era saltato subito all'occhio. Inizialmente avrebbe destito dall'intenzione di approfondire la faccenda ma poi ha voluto vederci chiaro. Così, ha spulciato le conversazioni delle colleghe scoprendo che il piccolo era oggetto di scherno da parte delle sue stesse insegnanti.

Le chat delle maestre

"Sporco", "Pirla". E ancora: "Bambino di m....". In quella chat di gruppo c'erano decine di messaggi vocali, conversazioni e foto, tra cui una che ritraeva il bimbo seduto al banco con la testa bassa, in punizione. Il ragazzino non solo sarebbe stato apostrafato con epiteti volgari ma preso in giro anche per come era vestito. Ma c'è dell'altro. Gli sfottò erano rivolti altresì alla madre dell'alunno e a suo marito per il contenuto di alcuni post che pubblicavano sui social. Le maestre avrebbero deriso la collega anche per la scelta di trasferire il figlio nella stessa scuola dove insegna. A quel punto, la mamma ha raccolto tutto il materiale per poi consegnarlo alla dirigente scolastica e al difensore civico della Regione Lombardia.

La controdenuncia

Stando a quanto si apprende dalle pagine de Il Messaggero, a seguito della segnalazione, le maestre anzichè chiedere scusa avrebbero denunciato la collega per violazione della privacy. A dir loro, la donna si sarebbe introdotta senza permesso in una chat privata acquisendo informazioni senza averne diritto.

A monte della faccenda, ci sarebbero stati alcune tensioni tra colleghe degenerate poi in questioni private e personali. E di mezzo ci è finito un bambino di appena 8 anni. Ora l'ultima parola spetterà alla Corte d'Appello di Milano: toccherà ai giudici del capoluogo lombardo stabilire se la mamma abbia o meno commesso un reato.

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