Ricordate i protagonisti di Mafia Capitale? Nelle 3200 pagine di motivazioni, con cui i giudici spiegano perché hanno fatto cadere il reato di associazione di stampo mafioso contestato dalla Procura di Roma, si legge che "il tribunale non ha individuato alcuna 'mafiosità', autonoma o derivata da altre" tra i due gruppi criminali protagonisti del "Mondo di Mezzo".
Il primo gruppo, che aveva la propria base operativa in un distributore di benzina Corso Francia, a Roma, vedeva partecipi Massimo Carminati, Riccardo Brugia, Matteo Calvio e Roberto Lacopo. L’altro gruppo, invece, operante nel settore degli appalti pubblici, fascevano parte Salvatore Buzzi, Luca Gramazio, Fabrizio Franco Testa, Ietto, Gaglianone, Franco Panzironi, Nadia Cerrito" ed altre otto persone, tra cui gli stessi Carminati e Brugia.
Per il collegio della decima sezione penale del tribunale di Roma, presieduto da Rosanna Ianniello, "i gruppi criminali - come individuati - appaiono distinti per la diversità dei soggetti coinvolti nelle due categorie di azioni criminose, per la diversità stessa della azioni criminose e per la eterogeneità delle condotte organizzative ed operative; sicchè non può essere condivisa la lettura unitaria proposta dall’accusa circa l’esistenza di un unicum criminale che, cementando le sue diverse componenti (criminali di strada, imprenditori e soggetti esterni alla amministrazione, pubblici funzionari corrotti) giunge ad avvalersi di una carica intimidatoria condizionante, da un lato, la legalità dell’agire
amministrativo e, dall’altro, la libertà di iniziativa dei soggetti imprenditoriali concorrenti nelle pubbliche gare e ciò al fine di controllare ed orientare in proprio esclusivo favore gli esiti delle relative procedure".
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