Omicron e le sottovarianti non vanno prese sottogamba, non per il pericolo di una malattia che possa essere grave ma per quanto riguarda le reinfezioni. Chi è stato già infettato potrebbe esserlo una seconda volta: è quanto sta accadendo in questi giorni con pazienti già contagiati a gennaio dalla variante Omicron e che hanno ripreso, per la seconda volta in due mesi, lo stesso virus. L'evidenza sta spiazzando i medici che non hanno mai osservato in precedenza un fenomeno del genere. "Mi arrivano chiamate di persone che sono guarite a gennaio, e ora sono di nuovo positive, mai vista una cosa del genere", spiega a Repubblica Marcello Pili, medico di famiglia con base a Ostia.
"Prima era un evento rarissimo"
Fino a quando la variante Delta era dominante, soltanto raramente si erano verificate reinfezioni in chi avesse contratto Covid con una variante precedente: con Omicron la situazione è cambiata, un alto di persone si sono infettate due volte ma la cosa incredibile è che è capitato con la stessa Omicron: questo virus oggi si può contrarre due volte nel giro di brevissimo tempo. "Assolutamente sì. Fino a novembre le reinfezioni erano rarissime, quasi una cosa aneddotica. Oggi invece almeno il 50% dei casi di Covid che vedo sono in persone che già si sono fatte la malattia una volta. È strano, soprattutto se si considerano i tempi brevissimi tra una infezione e l'altra", sottolinea il medico di famiglia.
Cosa succede con Omicron
Detto più volte che si tratta del virus più contagioso della storia e che le sottovarianti Omicron 2 e 3 sarebbero ancora più infettive, la sua peculiarità è la capacità di far diventare positivi, la stragrande maggioranza asintomatici o leggermente sintomatici, anche coloro che sono entrati a contatto con il viurs all'inizio dell'anno "quando Omicron era già dominante - sottolinea Pili - Questo vuol dire che la nuova variante probabilmente produce una risposta anticorpale più leggera e di breve durata". Ecco la risposta: serviranno ulteriori studi ma evidenze non scientifiche fanno intuire come questa variante, più "leggera" di tutte le precedenti, possa provocare contestualmente una risposta anticorpale più bassa. Il boom di reinfezioni "è avvenuto letteralmente nell'ultima settimana. È un continuo di reinfezioni, in particolare tra ragazzi e bambini", aggiunge il medico. Tra i positivi, circa l'80% "è minorenne o appena maggiorenne".
Perché i vaccini funzionano
Se è vero che si possono infettare anche i tre volte vaccinati sviluppando la malattia in maniera quasi del tutto asintomatica e scoperta casualmente perché ci si è fatti un tampone magari dopo il contatto con un positivo, il dott. Pili spiega che senza l'elevato tasso di vaccinazione presente nel nostro Paese "l'ondata di Omicron avrebbe riempito le terapie intensive. Invece il sistema ha retto, molto meglio delle precedenti ondate. E credo che anche stavolta la pressione ospedaliera sarà contenuta". I sintomi sono sempre più lievi anche se non va sottovalutata a causa del Long Covid che può lasciare strascichi a lungo termine anche con una malattia lieve. "Posso dire che l'1,2% dei miei pazienti, anche chi è stato male solo 3 o 4 giorni, ha sviluppato problemi respiratori e polmonari che non accennano a migliorare. Sembra una piccola percentuale, ma con un tasso di contagi elevato come in questi ultimi mesi, il discorso cambia", conclude.
Cosa succede con Omicron 2
La subariante Omicron 2 si sta rapidamente diffondendo in Italia e Europa: cambia poco o quasi nulla con quella originale se non fosse per una ancora maggior incisività nell'infettare le persone tant'é che i contagi aumentano anche dall'altra parte del mondo come accade in Cina e a Hong Kong. Potrebbe essere lei alla base delle doppie infezioni, sono soltanto ipotesi di cui la Scienza darà qualche risposta in più nelle prossime settimane: le prime valutazioni dello Statens Serum Institut danese suggeriscono che BA.2 è 1,5 volte più contagiosa di BA.1.
Come riporta Il Messaggero, il numero di casi positivi in Danimarca è raddoppiato in una settimana a dimostrare la sua elevata trasmissibilità. "Finora, il rischio di alti tassi di ospedalizzazione rimane lo stesso", affermano i ricercatori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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