Malika Chalhy cacciata di casa perché lesbica, compra un Mecedes con i soldi della raccolta fondi

Sono state aperte due raccolte fondi per Malika dopo che i genitori l'hanno allontanata perché lesbica ma lei ci ha acquistato anche un'auto di lusso

Malika Chalhy cacciata di casa perché lesbica, compra un Mecedes con i soldi della raccolta fondi

Pochi mesi fa ha destato clamore nel Paese la storia di Malika Chalhy, la giovanissima ragazza cacciata di casa dai genitori perché lesbica. Di religione islamica, la sua famiglia vive in Toscana e da lì ora Malika si è allontanata per sempre, trovando una nuova vita a Milano. Ad aiutarla è intervenuta una raccolta fondi, che in poco tempo ha superato i 140mila euro. Selvaggia Lucarelli da qualche settimana ha avviato un'inchiesta per capire meglio come funzionino le raccolte fondi che vengono aperte con così tanta facilità sul web. Nella maggior parte dei casi dietro ci sono slanci di generosità sull'onda dell'emotività ma non sempre è così. La giornalista ha raggiunto telefonicamente Malika Chalhy per un'intervista pubblicata su Tpi.it per capire qualcosa di più sull'iniziativa a lei destinata.

Il presupposto per le raccolte fondi aperte in favore di Malika era quello di "aiutarla a ricostruirsi una vita" e anche per "pagare avvocato e supporto psicologico". ora che ha lasciato la casa della famiglia. Due sono quelle principali e, oltre alla raccolta da oltre 100mila euro aperta dalla cugina, ce n'è un'altra da più di 11mila euro, aperta da un blogger, Carlo Tumino. Selvaggia Lucarelli riesce a contattarla ma al telefono non risponde Malika, bensì una certa Roberta, che la giornalista definisce sua "manager/portavoce". "Io mi prendo cura di lei, poi ha una persona di un’agenzia, quella di Giuseppe Carriere, che la aiuta perché girava per le tv con una valigia, senza avere praticamente nulla", ha spiegato Roberta alla Lucarelli.

Il discorso si è quindi spostato sul motivo per il quale sussistono due raccolte fondi differenti, fattispecie alla quale Malika, che nel frattempo si è unita alla chiamata, non sa dare una spiegazione: "Carlo ha contattato mia cugina Yasmine dicendole che voleva aprire un’altra raccolta fondi per me. Mia cugina gli risponde che ce ne era già una, lui replica che con altre persone note voleva aprire una sua raccolta fondi. Allora io intervengo ringraziando ma dicendo che la raccolta fondi c’è già". Tuttavia, come spiega Malika, "poi spunta questa seconda raccolta fondi". Malika non l'ha condivisa ma la racconta ha continuato a girare: "Io lo avevo detto di bloccarlo. Comunque visto che la seconda raccolta è andata bene (11.500 euro) ho deciso che questi soldi li donerò in beneficenza non so ancora a chi, forse a un reparto di oncologia pediatrica".

Tra Malika e la Lucarelli, quindi, si accende la discussione sul perché non siano stati ancora dichiarati i beneficiari della beneficienza con il ricavato delle raccolte fondi e qui, Roberta, dichiara: "La ragione è che insieme alla Boldrini avevamo deciso di fondare un’associazione per le vittime di discriminazioni. Abbiamo cercato di coinvolgerla ma lei non sta bene e la cosa si è allungata un po’. Siamo in una fase in cui non sappiamo ancora bene, mettiamo dei paletti".

Il nome di Laura Boldrini ricorre altre volte nell'intervista ma l'ex presidente della Camera, con una nota inviata a Tpi.it, ci ha tenuto a fare un chiarimento: "Rispetto a quanto dichiarato nell’intervista da Roberta e Malika tengo a precisare che mai è stata discussa con me o con alcun collaboratore o alcuna collaboratrice del mio staff l’ipotesi di costituire una associazione per le vittime di discriminazione tanto meno di una raccolta fondi. Si tratta perciò di una vera e propria fake news". Quindi, l'onorevole aggiunge: "Non ho contatti né conosco la persona indicata come Roberta nella intervista. Ho contattato Malika, come ho dato pubblica notizia, perché colpita dalla sua storia e per esprimerle la mia vicinanza".

Ma c'è un altro aspetto sul quale Selvaggia Lucarelli insiste, ed è sull'utilizzo dei soldi della raccolta da pare di Malika Chalhy. Durante l'intervista la giornalista ha chiesto conto alla ragazza di un'auto di lusso tedesca che Malika ha sfoggiato in alcune storie con Gaia Zorzi, sorella di Tommaso. In un primo momento ha risposto Roberta: "Malika ha venduto la sua macchina vecchia, è andata in una concessionaria, le serviva una macchina per essere una persona libera e si è comprata una macchina nuova". L'avrebbe pagata 17mila euro trovando un'offerta e sarebbe stata aiutata nell'acquisto anche dalla fidanzata, così dice Roberta.

Al termine dell'intervista, dopo qualche ora, Selvaggia Lucarelli riferisce di aver ricevuto una telefonata da Malika. "Senti io ho 22 anni e volevo togliermi uno sfizio, mi sono comprata una bella macchina, potevo comprarmi un’utilitaria e non l’ho fatto. Se ho mentito sulla macchina è perché mi hanno chiusa, messo in uno sgabuzzino… Se prima al telefono non ti ho detto i nomi degli enti a cui volevo donare è perché quando me lo hai chiesto sono andata in confusione, delle persone volevano costringermi a donare al gruppo San Donato e io non ero d’accordo…", dice la ragazza alla giornalista.

Oltre a questo, durante la chiacchierata la Lucarelli ha chiesto conto a Malika e a Roberta dei cachet percepiti in tv al lavoro che la giornalista le consiglia di trovare per mantenersi e non continuare a vivere di raccolte fondi.

"In questi mesi ho pensato a cercare lavoro, al trasloco, all’avvocato, alla tv, mi devo calmare un attimo. Ho passato due settimane a fare avanti e indietro tra Milano e il mio comune", ha replicato Malika Chalhy.

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