Mancano i conducenti: la Toscana assume i migranti della Caritas per guidare i bus

Pochi giovani vogliono diventare conducenti per 1.200 euro al mese: la Toscana chiama i migranti della Caritas invece di alzare i salari

Mancano i conducenti: la Toscana assume i migranti della Caritas per guidare i bus

In Italia ci sono molto problemi ma, tra tutti, quello del lavoro appare realmente gravoso. Ad aggravarlo ci sono anche le scelte di alcune aziende come Autolinee toscane che, invece di ripensare i suoi stipendi commisurandoli al tipo di attività usurante svolta dagli autisti e alle responsabilità alle quali sono soggetti, ha deciso di sopperire ai posti vacanti reclutando nuove leve tra i migranti della Caritas. Lo ha annunciato Repubblica, sollevando un comprensibile coro di polemiche per la strada che ha deciso di intraprendere la compagnia di trasporti toscana, che invece di ragionare sulle modalità per migliorare il suo servizio, ha deciso di ricorrere alla manovalanza a basso costo.

Dietro questa decisione, infatti, ci sarebbe esclusivamente una logica economica. Autolinee toscane, infatti, manca di circa cinquanta conducenti per i suoi autobus a causa del mancato riciclo tra i professionisti. Pare sia difficile trovare giovani disposti a guidare gli autobus in giro per la regione e per le città per uno stipendio di 1.200 euro come neo-assunti ma anche meno, se il tramite è un'agenzia interinale. E con il progredire della carriera, si può arrivare al massimo a mettersi in tasca 1600 euro prima di arrivare alla pensione. Stipendi che, con l’attuale costo della vita, non permettono di arrivare a fine mese e risultano fortemente sbilanciati a fronte delle grandi responsabilità alle quali sono chiamati i conducenti, che quotidianamente trasportano centinaia di persone e che sono sottoposti a un forte stress fisico e psicologico. Logica vorrebbe che si procedesse con un adeguamento salariale per attrarre personale qualificato nelle cui mani mettere le vite dei passeggeri.

Invece no, Autolinee toscane recluterà dalla Caritas gli stranieri. Si ammette, quindi, che le aziende pur di non pagare adeguatamente i loro dipendenti vanno alla ricerca di migranti disperati che, pur di ottenere un permesso di lavoro, sono disposti anche a farsi sottopagare. Autolinee toscane ha assicurato che recluterà solamente stranieri con equilibrio psicofisico e che abbiano un livello adeguato di conoscenza, scritta e parlata, dell'italiano. Ma il problema rimane. Questo modus operandi è lo specchio delle politiche lavorative distruttive della sinistra. "Quando abbiamo letto la notizia non volevamo crederci.

Per far fronte alla continua carenza di personale (tante volte denunciata dai sindacati come frutto di stipendi da fame) Autolinee toscane sta cercando una soluzione a dir poco scandalosa", denunciano, in una nota congiunta, il capogruppo di FdI in Regione Toscana Francesco Torselli e il responsabile trasporti FdI in provincia di Firenze Giampaolo Giannelli.

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