Il marito della Ceste alla figlia: "Non fare come mamma su Facebook"

L'uomo scrive una lettera ai figli, cercando una testimonianza a suo favore. Ma se la prende con la figlia per il profilo su Facebook

Il marito della Ceste alla figlia: "Non fare come mamma su Facebook"

Una lettera ai 4 figli, così Michele Buoninconti, condannato a 30 anni per l'omicidio della moglie, Elena Ceste, scrive i suoi pensieri su un diario riportato da La Stampa.

Il quaderno è alla base della perizia di Laura Volpini e di Massimo Picozzi per convincere i giudici del Tribunale dei minori di Torino a non togliergli la potestà genitoriale o quantomeno a permettergli di incontrare i figli in carcere. Ma dalla pagine del diario emerge il tentativo di convincere i figli a testimoniare a suo favore.

Le parole che usa per condizionare i figli sono datate 24 marzo: "G. tu hai un ruolo importante per il mio ritorno a casa, ti dovresti ricordare quel pomeriggio del 23 gennaio quando dal balcone sei venuto a chiamarmi insistentemente...". E ancora: "A. anche tu potresti contribuire a ricordarti che mamma piangeva mentre tu le eri vicino, sino a quando sono arrivato io e l'ho tranquillizzata al punto di farla ridere…"

Poi Buoninconti si inalbera con la figlia quando scopre che ha un profilo Facebook: ""Ho saputo che hai Facebook, spero che non sia vero.

Perché chi c'è a controllarti? Ma io a te ti voglio controllare, primo per non commettere lo stesso errore con mamma e secondo perché sei troppo giovane e ingenua, ti farai fregare senz'altro". Affermazioni che non sono casuali: proprio la Ceste attraverso i social network intrecciò una serie di relazioni con altri uomini.

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