Marito tradito chiede 600 mila euro...all'amante della moglie

Un uomo della provincia di Perugia ha intentato causa al presunto amante della moglie sostenendo che fosse la causa della separazione. "Mi ha rovinato la vita". Ma i giudici gli danno torto

Marito tradito chiede 600 mila euro...all'amante della moglie

Una richiesta di risarcimento danni per adulterio all’amante della moglie. Un uomo di Deruta (Perugia) ha intentato causa civile sostenendola con una chiara motivazione: “Ha rovinato la vita a me ed ai miei figli”. Ma i giudici non sono stati d’accordo e invece di riconoscergli i 600 mila euro richiesti, lo hanno anche condannato a pagare le spese legali.

Il presunto tradimento e la separazione

La vicenda viene raccontata dalle colonne del quotidiano Il Messaggero. Tutto inizia qualche anno fa quando l’uomo si convince che la consorte lo stia tradendo. “Io lavoro tutti i giorni a Spoleto, finito il turno portavo i bambini agli allenamenti di calcio, li seguivo nei compiti e nelle attività extrascolastiche, collaboravo in famiglia e lei invece mi tradiva – ha raccontato ai giudici -. Quello ha iniziato a farle regali, a corteggiarla in maniera incalzante. Insomma, l’ha istigata a tradirmi, facendola allontanare di casa pomeriggi interi e pure di sera, senza una spiegazione neanche ai bambini. Avevamo una bella famiglia che si è distrutta per colpa di lui. E ora deve risarcire me e i miei figli”. L'uomo e la donna, successivamente, si separeranno e lui è convinto che questo presunto tradimento sia la ragione dell'addio di lei. Ma per andare davanti ai giudici è stato necessario dimostrare che il tradimento sia avvenuto davvero. Così l’ex marito ha assunto un investigatore privato per provare a stanare i fedifraghi. Ma a quanto pare la relazione del professionista non ha portato elementi tali da dimostrare il tradimento. Ma l’uomo non s’è dato per vinto: a suo avviso la tresca era reale e durante il processo di primo grado svoltosi a Spoleto, ha portato in aula come testimoni persone che avrebbero visto i due presunti amanti salire insieme in auto o recarsi in un albergo. Addirittura anche i carabinieri che li hanno fermati in auto per un controllo. Ma l’ex moglie e l’altro uomo hanno sempre negato la relazione, anche davanti ai giudici del tribunale civile. I quali, alla fine, hanno rigettato la richiesta dell’uomo, ignorando anche alcuni post su Facebook, scritti dalla donna, che secondo l'ex marito servivano a sbeffeggiarlo e decantare il suo nuovo amore.

I Giudici: “Fine dell’amore? L’amante non è responsabile

Nonostante la sconfitta in primo grado, l'uomo ha insistito ed è ricorso alla Corte di Appello di Perugia. Ma anche stavolta la richiesta dell’ex marito è stata rigettata.

I giudici di appello hanno considerato non giustificata la motivazione addotta dall’uomo: “il diritto di autodeterminazione, nonché della propria libertà sessuale, costituzionalmente garantiti dell'amante, il quale non ha responsabilità (men che meno civile) della fine di un amore”.

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