Strafottente è strafottente, non c'è dubbio ma tutta questa attenzione, direi ossessione, per i viaggi all'estero in Paesi così così di Matteo Renzi, mi pare davvero eccessiva e comunque di scarso contenuto politico. Forse non è chiaro a tutti, ma Renzi non è più un politico, penso abbia chiuso la sua carriera con quell'ultima zampata da maestro che è stata la defenestrazione di Conte e il successivo insediamento di Draghi. O quantomeno non è più un politico nel senso comune del termine, ha scoperto che fuori dai palazzi romani esiste un mondo assai più interessante, generoso nei compensi economici e che, per di più, non conoscendolo lo ammira, apprezza e coccola. E lui, che resiste a tutto meno che alle tentazioni, ci si è tuffato con la solita foga e spregiudicatezza appagando il suo ego smisurato. Ce lo vedo sulla terrazza di qualche suite vista oceano, con una coppa di champagne in mano, irridere all'ultima dichiarazione alle agenzie di qualche oscuro parlamentare indignato per il suo comportamento, dare ordine ai suoi avvocati di querelare chi nei giudizi si spinge un po' in là, perché si sa, i soldi oltre un certo livello non bastano mai.
Insomma, dare oggi una valenza politica a Matteo Renzi è tempo perso, il che non vuole dire che non dispensi qualche consiglio qua e là, che non si diverta a mettere zizzania tra i suoi nemici e sostenga i pochi amici rimasti a Roma a fare la guardia a un bidone, Italia Viva, ormai vuoto. Matteo Renzi, penso, lo abbiamo perso e ciò non è un male assoluto, anche se rispetto a ciò che offre oggi il mercato della politica l'ex premier oggi conferenziere tiene lo stipendio da senatore immagino per le spese correnti - resta un fuoriclasse assoluto.
Imboccate certe strade non si torna più indietro, o almeno non facilmente né velocemente. Enrico Letta, defenestrato da Palazzo Chigi dal medesimo Renzi nel 2014 si ritirò a Parigi a dirigere l'École d'affaires internationales e vi è rimasto per sette anni, prima di essere richiamato in servizio dal Pd. Ma parliamo di un altro tipo di uomo e di un'altra storia.
Tra sette anni qualcuno sentirà l'irrefrenabile nostalgia di Renzi? Non lo so, più probabile che Renzi dopo sette mesi di vita così non sentirà alcuna nostalgia per la
sinistra italiana e per il partito di cui è stato segretario, che ancora ieri, mentre lui parlava con principi e magnati, si scannava su chi tra la Madia e la Serracchiani doveva diventare capogruppo alla Camera. Chiamalo fesso.
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