Il ruolo del direttore di una testata giornalistica è anche quello di decidere cosa pubblicare e cosa no nel sito o nel giornale che dirige. Tuttavia, la vicenda che vede al centro dell'attenzione Mattia Feltri sta ridisegnando anche queste certezze a causa dello scontro con Laura Boldrini, al fianco della quale si è schierato anche il presidente dell'Ordine dei giornalisti, Carlo Verna. Mattia Feltri, direttore dell'Huffington Post, sarebbe colpevole di non aver pubblicato un articolo dell'ex presidente della Camera, nel quale la stessa criticava Vittorio Feltri, padre di Mattia, per il caso Genovese.
Ora, il direttore dell'HuffPost si trova a dover giustificare le sue decisioni editoriali, come ha fatto in collegamento radiofonico con Radio Capital: "Laura Boldrini ha scritto cose sgradevoli su mio padre. In 20 anni di carriera non ho mai scritto di Vittorio Feltri e non ne parlo in pubblico, questa è la mia regola. Lei si è rifiutata di togliere quelle considerazioni su mio padre e contemporaneamente mi ha detto che se non avessi pubblicato quell’articolo avrebbe reso pubbliche le ragioni della mia scelta. Io l’ho vista come una minaccia". Sono parole decise e ferme quelle di Mattia Feltri, che difende la sua scelta, rispettosa di un principio morale al quale da sempre si attiene. Nei giorni scorsi si è parlato di "censura", un termine che non piace al direttore dell'Huffington Post, soprattutto se accostato a questa vicenda: "L’onorevole Boldrini è una parlamentare, può scrivere di quello che vuole, ovunque, per questo è scorretto parlare di censura. È nella mia facoltà di direttore decidere cosa pubblicare e cosa no, Laura Boldrini è ospite del mio giornale e non parlare su HuffPost di mio padre mi sembrava un atto di minimo buongusto".
Mattia Feltri, quindi, si appella al rispetto che un ospite deve a un padrone di casa. La vicenda si sarebbe potuta chiudere rapidamente con uno scambio di opinioni via social e media tra il direttore e l'ex presidente della Camera ma a complicare il tutto si è aggiunto l'intervento del presidente dell'Ordine dei giornalisti, schieratosi dalla parte di Laura Boldrini. "La posizione del presidente dell'Ordine dei giornalisti Verna è invece stata di una gravità incalcolabile. Come presidente dell'Ordine dei giornalisti e non dei parlamentari ha urlato alla censura senza neanche fare un’istruttoria. Se c'è un direttore che pratica la censura allora bisogna trarne le conseguenze, e io sono pronto ad affrontarle. Se si pensa che io abbia censurato l’on. Boldrini allora vado a casa. Altrimenti, Verna fa affrontato per quello che è", ha concluso Mattia Feltri.
Al fianco del direttore dell'Huffington Post, invece, si è schierato Massimiliano Parente con una dura lettera inviata a Dagospia. "Le strategie del vittimismo sono fantastiche. Laura Boldrini poteva rispondere a Vittorio Feltri su Libero. Invece sceglie il quotidiano del figlio, insultando il padre e minacciando il figlio che, se non lo pubblicherà, griderà alla censura. Già che c’era ha gridato pure al sessismo. Ah, il sessismo", commenta sarcastico Parente. Il discorso dello scrittore e giornalista, poi, si amplia e affronta il tema della spesa sexy censurata (quella sì) a Detto Fatto e alle ferventi femministe che vedono nell'uomo un problema da estirpare.
"Io non sono maschilista né femminista, sono meritocratico: se dovessi scegliere tra 10 curriculum, può darsi prenderei 5 uomini e 5 donne, ma anche nessuna donna o anche tutte donne. La battaglia per il genere è solo un’altra battaglia di retroguardia della mediocrità.
Non stupisce quindi che, mentre la Boldrini accusa Mattia Feltri per averla censurata (ma invece che lamentarsi qui da te poteva mandarti direttamente il suo pezzo, ma vuoi mettere fare la vittima), la Murgia sia riuscita a mobilitare centinaia di murgette per scrivere al mio editore di non pubblicare più le mie opere", conclude Parente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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