Zucchero, il papà di Valentino Rossi e una serie di importanti industriali. Nomi all'apparenza senza alcun legame tra di loro, se non quello di essere clienti della San Marino Investimenti, principale holding finanziaria e fiduciaria del Titano.
La Procura di Roma ha appena chiuso un fascicolo di indagine per maxi-riciclaggio da oltre un miliardo di euro, che coinvolge la società a partire dal 2000. Sette le persone che potrebbero essere rinviate a processo, con accuse che vanno dall'associazione a delinquere al riciclaggio, fino all'esercizio abusivo di investimenti finanziari e all'esercizio abusivo di attività bancaria.
Dalle indagini è emerso che le persone coinvolte ritiravano denaro in contanti o assegni trasferibili in Italia, per evitare problemi ai clienti. Gestivano poi i soldi con investimenti che coinvolgevano anche Paesi offshore (Panama, Lussemburgo, Delaware e Vanuatu), per poi restituirli ai clienti, con bonifici a società a loro legate.
Il gruppo gestiva oltre 1500 clienti, tra i quali figurano molti nomi di rilievo. Oltre ai già citati Zucchero e Graziano Rossi, il numero uno dell'alimentare Levoni, il titolare della Berloni, di Uliveto e Rocchetta e l'ex calciatore Lorenzo Marronaro. Poi alcuni dirigenti di MpS.
A rischiare il processo sono il conte Enrico Maria Pasquini, a capo del gruppo, sotto inchiesta dal 2007. Poi Andrea Pavoncelli, responsabile della Uib Ldt e braccio destro di Pasquini, il direttore generale della Smi Sa, 538em;">Eugenio Buonfrate e i sanmarinesi Roberto Borbiconi, vice direttore generale della Smi, Jean Paul Giannini, dirigente della Smi e Davide Sonetti, direttore generale della Anphora Fiduciaria.
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