Il tema è scottante anche perché nessuno, ad oggi, conosce il nome dell'autore. Chiaro però che la stessa circolazione di un "memorandum" relativo a questi nove anni di pontificato di papa Francesco e al da farsi dei "principi della Chiesa" con il prossimo Conclave (nessuno può sapere quando avrà luogo) non può che costituire una notizia.
Anche perché i toni del documento sono quelli che eravamo abituati a sentire ai tempi dello scontro tra tradizionalisti e progressisti in Vaticano. Qualcosa che pensavamo essere finito nel dimenticatoio, in specie dopo la ritrovata unità ecclesiastica con la pandemia e ora, a maggior ragione, con la guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina.
Il testo completo lo ha consegnato all'opinione pubblica un vaticanista di lungo corso come Sandro Magister: è tutto sul suo blog. L'ipotesi è che il "memorandum" sia senza firma perché, nel caso in cui l'autore l'avesse rivendicato, la cosa sarebbe stata poco gestibile. Si sussurra, insomma, che sia stato un porporato ad elencare i punti. Ma può essere solo una suggestione. Fatto sta che il documento, come riporta la fonte, è finito sulle scrivanie dei cardinali. Quelli che, per larga maggioranza, sono stati creati proprio dall'ex arcivescovo di Buenos Aires.
Le critiche sono le consuete. Si va dalla situazione economica al caos innestato dal Sinodo tedesco, passando per le aperture dottrinali in tema di morale sessuale, per il calo delle statistiche relative ai fedeli, per gli scandali interni, per un presunto deficit di peso geopolitico e così via. Siamo, insomma, nel novero delle accuse che la parte "destra" della Chiesa cattolica ha usato avanzare nei confronti del Santo Padre. A titolo esemplificativo, nel documento si legge quanto segue: "L'influenza politica di papa Francesco e del Vaticano è trascurabile. Intellettualmente, gli scritti papali mostrano un declino rispetto ai livelli di san Giovanni Paolo II e di papa Benedetto. Le decisioni e le linee politiche sono spesso "politicamente corrette", ma ci sono stati gravi fallimenti nel sostenere i diritti umani in Venezuela, Hong Kong, Cina continentale e ora nell'invasione russa".
Poi c'è la parte che "brucia" di più, per così dire: quella sulla prossima assemblea cardinalizia che sarà a chiamata ad eleggere il successore di Pietro. Chiariamo un punto: i numeri, ad oggi, dicono che è molto difficile che possa essere scelto un pontefice distante, per dottrina ed impostazione, da Jorge Mario Bergoglio. Ma questo assunto veniva sbandierato anche quando il papa emerito Joseph Ratzinger si è dimesso dal soglio di Pietro.
Tra le questioni annotate, è spuntata anche questa: "Se non ci sarà una correzione romana di simili eresie, la Chiesa si ridurrebbe a una vaga federazione di Chiese locali, con visioni diverse, probabilmente più vicina a un modello anglicano o
protestante, rispetto a un modello ortodosso". Siamo di nuovo al "Papa eretico": considerazioni che sembravano essere state cancellate dal dibattito. La firma del "memorandum" è abscondita o quasi: "Demos".
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