L'avanzata russa prosegue lentamente ma costantemente per stringere d'assedio Kiev. Mosca, riferiscono gli ultimi rapporti di intelligence, ha ora lanciato nei combattimenti quasi tutto il suo potenziale bellico ammassato, nei mesi precedenti, ai confini con l'Ucraina.
Se nelle prime fasi del conflitto le truppe russe sembravano avanzare cautamente, soprattutto dopo il tentato colpo di mano all'aeroporto di Gostomel, poco distante dalla capitale, poi fallito, ora il Cremlino si sta giocando tutto quello che ha per cercare di chiudere il conflitto nel più breve tempo possibile.
Alcune città resistono: oltre alla capitale, Mariupol sul Mare d'Azov, Sumy e Kharkiv, non cedono all'offensiva, ormai circondate. Mosca stamattina ha comunicato che l'esercito russo osserverà un "cessate il fuoco" nelle quattro città ucraine assediate a partire dalle 10 ora locale per consentire l'organizzazione di corridoi umanitari necessari per l'evacuazione degli abitanti. Lo riportano diverse fonti di informazione russe, mentre non ci sono ancora conferme da parte ucraina. Kiev ha invece annunciato che l'esercito russo ha "ammassato" truppe e artiglieria vicino Kiev per prendere d'assalto la città.
Si prospetta quindi quello che vi abbiamo raccontato sin dalle prime ore del conflitto, anzi, già da prima che scoppiasse: un conflitto urbano per conquistare la capitale e altri città caposaldo. Fallito infatti il piano di un blitz, partendo proprio dall'aeroporto di Gostomel, per cercare di prendere d'assalto gli edifici governativi di Kiev e costringere il governo Zelensky a una rapida capitolazione, la resistenza ucraina nelle principali città sotto attacco costringerà Mosca all'inevitabile decisione di entrarci in forze, trovandosi quindi in una situazione tattica che riduce il loro vantaggio numerico e qualitativo: anche l'aviazione, in un contesto urbano, non è così efficace come in campo aperto per la difficoltà di individuare i bersagli e colpirli efficacemente.
In un contesto di guerriglia in città, infatti, i vantaggi arridono ai difensori, che possono utilizzare gli edifici, il reticolo stradale, fognario, e a Kiev anche quello della metropolitana, per muoversi agevolmente al riparo dalla vista dei russi e colpirli con attacchi mordi e fuggi, utilizzando armi leggere ma letali come i missili anticarro e granate a razzo Rpg.
Ma la resistenza in città non è affidata solo ai soldati dell'esercito ucraino: si sono formate milizie irregolari, composte da semplici cittadini, che armati anche di molotov, possono dare del filo da torcere alle truppe russe. In Ucraina è stata infatti proclamata la legge marziale, e contestualmente, a tutti gli uomini di età compresa tra i 18 e i 60 anni è stato proibito di abbandonare il Paese, per prepararsi a combattere.
Nei giorni scorsi abbiamo visto i preparativi per lo scontro in città: cavalli di Frisia sono comparsi a Kiev, sacchi di sabbia per stabilire piccole postazioni “fortificate” lungo le probabili direttrici di attacco, e poi centinaia, forse migliaia di bombe molotov, prodotte dai singoli cittadini anche grazie a istruzioni divulgate online. Ai difensori della città, composti da esercito, riservisti e anche semplici cittadini, è stato dato ordine di mirare ai mezzi di rifornimento: autobotti, camion e tutto quello che i russi si stanno portando dietro durante la loro avanzata.
L'esercito russo ha infatti ampiamente dimostrato di avere seri problemi di logistica: gli approvvigionamenti per le truppe e lo stesso carburante per i mezzi faticano a raggiungere la linea del fronte. Questo, unito alla cattiva efficienza di alcuni mezzi più vecchi, risalenti agli anni '70 e '80, e alla scarsa preparazione di alcune unità (l'esercito russo è composto per il 30% da coscritti) ha rallentato l'avanzata russa, anche in considerazione della strategia di Mosca che non ha voluto fare terra bruciata dell'Ucraina per cercare sia di prenderla “intera”, sia di non rendersi invisa alla popolazione nella speranza che si sollevasse, e, insieme all'esercito, rovesciasse Zelensky.
A questo punto possiamo dire che questa speranza è sparita, e forse è sempre stata vana. La popolazione ha dimostrato, generalmente, di “odiare” i russi: in diverse città, ma non ovunque, abbiamo visto ad accogliere i russi piazze protestanti, ma quello che ci giunge da fonti individuali, è sempre frammentario, e va considerato che la propaganda di guerra annebbia ciò che riceviamo in via ufficiale, che sia da parte russa o da parte ucraina.
Quello che invece appare certo è che i russi, se decideranno ad entrare a Kiev, si troveranno davanti una guerriglia urbana che li costringerà a cambiare ancora la loro tattica, abbandonando il conflitto convenzionale propriamente detto per adottare tattiche di counterinsurgency, che però per essere vincenti
abbisognano di uomini motivati, di mezzi adeguati, della conquista dei cuori e delle menti della popolazione locale e soprattutto di tempo, tanto tempo, e Mosca sembra non averne troppo stante la penuria di rifornimenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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