I piedi di Silvy Lubamba lavati da papa Francesco

La ex showgirl di Chiambretti è detenuta a Rebibbia per aver usato indebitamente le carte di credito di conoscenti facoltosi

I piedi di Silvy Lubamba lavati da papa Francesco

Il grembiule bianco è come quello che, nella Messa del Giovedì Santo, indossa un qualsiasi parroco. Ma a inginocchiarsi davanti a dodici detenuti, sei uomini e sei donne, per metà stranieri, per lavare, asciugare e baciare loro i piedi, è papa Francesco, che si fa "schiavo" verso gli esclusi dalla società. Ci sono state scene di grande commozione, volti rigati da lacrime impossibili da trattenere, nel carcere di Rebibbia questo pomeriggio, tra i circa 600 reclusi che hanno potuto incontrare il Santo Padre in visita per la messa in coena Domini, quella che ricorda l’Ultima cena e la nascita del sacramento dell’eucaristia.

Il Pontefice è arrivato con la sua Focus intorno alle 17.15 e subito nel cortile della casa circondariale Nuovo Complesso ha incontrato e salutato uno ad uno, scambiando lungamente con loro abbracci, strette di mano e baci sulle guance, più di 300 reclusi - tra cui molti stranieri -, felici dell’occasione di poter circondare papa Bergoglio del loro affetto, visibilmente ricambiato. Poi nella chiesa "Padre Nostro", dove ha celebrato la Messa, ad aspettare il Papa ce n’erano altri 300, di cui 150 donne (comprese 15 mamme con i bambini) e 150 uomini. E il momento centrale è stato quella lavanda dei piedi, in cui il Papa si è inginocchiato, ad uno ad uno, davanti a due detenute nigeriane (una, molto commossa, con in braccio il suo bambino che ha avuto anche lui il piedino lavato e baciato dal Pontefice), una congolese, due italiane, un’ecuadoregna, un brasiliano, un nigeriano e altri quattro detenuti italiani.

Tra i dodici c’era anche un volto televisivo: Silvy Lubamba, showgirl di origine congolese, emozionatissima in jeans, gilet azzurro e camicia bianca.

Nota per aver partecipato al programma di Piero Chiambretti Markette, è finita a Rebibbia dopo essere stata arrestata nell’agosto 2014 per aver usato le carte di credito di conoscenti facoltosi.

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