Il mese scorso la Polonia ha invaso per errore la Repubblica Ceca

Truppe polacche appartenenti alle guardie di confine hanno invaso per errore la Repubblica Ceca

Il mese scorso la Polonia ha invaso per errore la Repubblica Ceca

Il mese scorso truppe dell'esercito polacco facenti parte delle guardie di confine hanno invaso per errore la Repubblica Ceca durante manovre effettuate per il controllo delle frontiere per il contenimento dell'epidemia di Covid-19.

Il 28 maggio, come riporta la BBC, alcuni elementi di una pattuglia delle guardie di frontiera polacche sono penetrate per errore in territorio ceco nella zona vicino alla cittadina di Pelhřimovy, nella regione della Moravia nord orientale, occupando per qualche giorno un piccolissimo settore intorno ad una locale cappella.

Secondo quanto riportato da Danik, quotidiano della Repubblica Ceca, un ingegnere addetto alla ristrutturazione della piccola chiesetta votiva che voleva effettuare delle fotografie, si è accorto della presenza di militari con divise diverse da quelle nazionali e quando si è avvicinato per chiedere spiegazioni è stato bruscamente allontanato.

Sempre da fonti ceche sembra che la piccola "occupazione" sia durata tutto il fine settimana, cessando solo dopo che le diplomazie internazionali si sono mosse per accertare i fatti.

Da Varsavia l'ufficio stampa del ministero degli Esteri ha avvisato Praga in via informale che l'incidente è stato causato da un malinteso. "Secondo le informazioni in nostro possesso il caso è stato discusso dalle autorità per la protezione dei confini di entrambe le parti, e nello spirito delle buone relazioni tra Polonia e Repubblica Ceca, crediamo che questo piccolo malinteso venga presto chiarito" ha comunicato il ministero in una nota non ufficiale.

Da parte di Praga, però, si attendono ancora le scuse formali. Interrogato dalla CNN lo scorso venerdì, il portavoce del ministero degli esteri ceco ha detto che "la nostra controparte polacca ci ha assicurato che l'incidente è stato causato da un malinteso e non dovuto a intenzioni ostili dei militari polacchi, in ogni caso stiamo ancora attendendo una dichiarazione ufficiale" precisando che comunque "i soldati polacchi non sono più presenti ed i nostri cittadini possono visitare liberamente il sito".

In un'Europa senza più confini, almeno sulla carta, l'epidemia di Covid-19 ha spostato indietro l'orologio della storia: le misure di contenimento della diffusione del virus sono state prese singolarmente dagli Stati membri dell'Ue senza una regia centrale, certificando ancora una volta l'incapacità di Bruxelles di agire in modo uniforme e coeso.

Pertanto i confini, che di fatto esistono ancora come sono sempre esistiti, sono tornati ad essere pattugliati da personale militare per vigilare sul rispetto delle normative adottate, e in alcuni settori, come quello protagonista della vicenda, le linee di demarcazione diventano difficilmente riconoscibili proprio per via della loro eliminazione in seno all'Ue.

La cappella oggetto di occupazione da parte delle truppe polacche è infatti posta a circa 30 metri dal confine di Stato e senza più la possibilità di vedere una linea di demarcazione netta errori come questi sono possibili, soprattutto se si tratta di truppe non più avvezze ad un certo tipo di attività di pattugliamento di confine.

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