La metà delle nostre case ​va messa in sicurezza

La fotografia scattata dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri

La metà delle nostre case ​va messa in sicurezza

Una fotografia impietosa quella scattata del Consiglio nazionale degli ingegneri. In uno studio, pubblicato poche settimane prima del terremoto di Amatrice e ripreso oggi da La Stampa, si calcola che per mettere in sicurezza i 21,5 milioni di italiani che vivono in aree a rischio "molto o abbastanza elevato" costerebbe circa 36 miliardi di euro, in parte a carico dello Stato e delle amministrazioni, in parte dei privati.

Come spiega La Stampa, "mettere in sicurezza non significa cancellare il rischio ma ridurlo, sebbene di molto".

Nel documento si legge che "gli immobili da recuperare sono circa il 40% di tutti gli immobili del paese. Un lavoro infinito, infinitamente oneroso, che non contempla i costi per le indagini geologiche necessarie palmo a palmo perché ogni metro quadrato ha una sua peculiarità, soprattutto sull’Appennino".

Insomma, sulla prevenzione siamo

messi male e anche sulle condizioni degli stabili. Infatti, poco più della metà delle abitazioni italiane (15 milioni su trenta) è stata costruita prima del 1974, "in completa assenza di qualsivoglia normativa antisismica".

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