Quanto accaduto nel residence degli studenti di Torino non può e non deve essere minimizzato. La violenza sessuale compiuta ai danni di una 23enne ospite della residenza universitaria Borsellino, che si trova alle spalle del Politecnico, ha contorni agghiaccianti per come si è svolta. Sarà necessario individuare le responsabilità nelle prossime settimane, capire come sia stato possibile che un uomo potesse entrare liberamente all'interno della residenza e girare per oltre un'ora prima di trovare la sua vittima.
"Non lo conoscevo. Mi ha bussato alla porta ed ho aperto. Avrà circa 25 anni, di origine africana", ha detto la vittima, ancora sotto choc e ricoverata in ospedale per precauzione. Le forze dell'ordine sono da ieri alla ricerca del volto dell'aggressore attraverso le immagini delle telecamere di sorveglianza, che l'hanno ripreso ma non nitidamente. Si riescono a vedere gli occhi, ma la sua immagine è sfocata: impossibile al momento avere una definizione del volto. Tuttavia, sono decine le telecamere di sicurezza che riprendono la residenza da più angolazioni e le forze dell'ordine devono ancora completare la visione: è molto probabile che nelle prossime ore si riesca a ricostruire una sua immagine che sia più utile alle indagini.
"Come è entrato mi ha colpita, picchiandomi in testa", ha detto la giovane vittima ai soccorritori che si sono precipitati sul posto insieme alle forze dell'ordine. "Mi ha violentata, picchiata e ha cercato di strangolarmi", ha detto la giovane alle forze dell'ordine. Questo è il succo di quanto raccontato dalla vittima sulla notte di terrore vissuta nella residenza, che dovrebbe essere un luogo sicuro e protetto in cui vivere. Il complesso è formato da diversi palazzi a sei e dieci piani, in cui è presente una portineria 24 ore su 24. Tuttavia, sono innumerevoli gli ingressi da cui è possibile accedere alla residenza: porte secondarie, di servizio, garage e un porticato con barriere che sono comunque facili da scavalcare.
Quell'uomo ha girato per un'ora all'interno del campus, avrebbe bussato a numerose altre porte prima di trovare chi gli aprisse.
È arrivato fino al nono piano, dove si trova la stanza della giovane vittima e prima di andare via indisturbato è riuscito anche a rompere lo smartphone della ragazza, proprio per impedirle di chiedere aiuto. "Al nono piano non c'era nessun altro al di fuori di quella ragazza", ha detto uno studente. Molti, infatti, hanno approfittato del ponte per tornare dalle famiglie o andare alle feste universitarie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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