Midollo, serve donatore compatibile per salvare il piccolo Alessandro

Il piccolo, affetto da una rara malattia genetica, deve essere sottoposto a trapianto di midollo entro fine novembre. Mobilitazione per trovare donatori

Midollo, serve donatore compatibile per salvare il piccolo Alessandro

“Ciao a tutti. Mi chiamo Alessandro Maria e ho compiuto 1 anno e mezzo da pochi giorni. Pensa, ho iniziato a far disperare i miei genitori fin da subito visto che sono nato alla settimana n. 30 e, sebbene i dottori mi avessero già dato per spacciato, ho combattuto come un ariete (il mio segno zodiacale) contro una serie infinita di complicazioni per essere ancora qua. Quando le cose stavano finalmente andando un po' meglio ed ero felice nel trascorrere la mia prima vacanza al mare con mamma e papà, purtroppo ho iniziato a star male di nuovo”.

Questa è solo una piccola parte di uno struggente messaggio postato su Facebook da mamma Cristina e papà Paolo, due giovani genitori che le stanno provando tutte pur di salvare la vita al loro amato figlio Alessandro Maria.

Il piccolo, che vive a Londra, ha solo un anno e mezzo ma la sua è una esistenza già profondamente segnata dalla sofferenza. Il bimbo, infatti, è affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, conosciuta anche come HLH, una malattia genetica rarissima che colpisce solo lo 0.002% dei neonati e che non lascia speranze di vita senza un trapianto di midollo osseo con un donatore compatibile da compiere in tempi brevi.

Nel sangue del piccino manca la perforina, una proteina essenziale che consente al sistema immunitario di identificare batteri e virus. La malattia è esplosa in tutta la sua devastante potenza lo scorso agosto, mentre la famiglia stava trascorrendo le vacanze al mare, e si manifestata con febbre altissima che non scendeva.

Rientrati d’urgenza a casa, i genitori disperati sono stati costretti a girare per tre ospedali londinesi prima di capire cosa faceva star male il loro Alessandro Maria. Al momento, al piccolo paziente viene somministrato un farmaco sperimentale del quale, però, non si conosce la durata degli effetti.

L’unica strada percorribile è quella del trapianto. Figlio unico, quindi senza un fratello o una sorella che possano donare il loro midollo, i genitori hanno provato a cercare sia nel Registro mondiale dei donatori di midollo osseo che in quello dei cordoni ombelicali. Un tentativo risultato vano perché non è stato rintracciato nessun donatore compatibile.

La corsa contro il tempo ha un termine purtroppo improrogabile: il 30 novembre. Secondo i medici, infatti, molto probabilmente restano solo 5 settimane per poter trovare una persona che abbia il midollo compatibile. Così, in questi giorni, in tutta Italia si sta cercando chi possa essere il “salvatore” del bambino, con diversi punti dell’Admo, l’Associazione donatori midollo osseo, che saranno presenti in alcune piazze.

Anche Napoli, la città natale della mamma del piccolo paziente, risponde all’appello: il prossimo sabato, dalle 9 alle 19, in piazza Trieste e Trento si potranno incontrare medici e volontari e sottoporsi ad un semplice test, attraverso il prelievo di un campione

di sangue o di saliva, per scoprire se si è compatibili. Possono donare persone dai 18 ai 35 anni che pesino più di 50 chili. Quanti desiderano provarci, ma vivono lontani, possono sottoporsi al test in qualsiasi ospedale.

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