Chiedevano il rimborso per le rette di rifugiati non più presenti nel nostro Paese. Inoltre, mettevano a carico del servizio Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) le spese di ristrutturazione di una villa con campo da tennis e di una festa di compleanno.
Sono solo alcune delle condotte illecite che hanno portato alla denuncia di 25 persone per numerosi reati quali associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di dipendenti pubblici o incaricati di un pubblico servizio, estorsione, truffa ai danni dello Stato e Enti Pubblici, frode in pubbliche forniture, abuso d'ufficio, malversazione ai danni dello Stato, emissione e utilizzo di fatture false. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Cassino e ha riguardato il settore dell’accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti asilo sia nel servizio Sprar sia in quello dei Centri di Accoglienza Straordinari (Cas) gestiti dagli uffici delle Prefetture.
L’attività investigativa ha permesso di scoprire un sistema basato su un rapporto illecito tra il responsabile dell’ufficio rendicontazione del servizio Sprar e i responsabili di due cooperative situate nei territori provinciali di Frosinone, Caserta e Isernia. È stato accertato che il funzionario è stato corrotto per ottenere contributi legati a costi mai sostenuti. Sono state scoperte altre condotte criminose degli indagati come l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e la frode nella fornitura di servizi ai rifugiati. E' stato poi riscontrato che il sistema di rendicontazione dei costi comprendeva anche spese che con gli immigrati non avevano nulla a che fare, come quelle sostenute per una festa di compleanno del figlio di un responsabile. Le spese confluivano nella contabilità del servizio Sprar come costo sostenuto per la realizzazione di una manifestazione finalizzata all'integrazione dei migranti ospiti.
Rilevate irregolarità anche nel servizio di affidamento dei servizi da parte di alcuni Comuni situati nelle province di Isernia, Caserta e Frosinone. È emerso che i servizi venivano assegnati senza alcuna procedura pubblica. E il sindaco di un comune coinvolto era riuscito a ottenere come riconoscimento l'assunzione di familiari e conoscenti, pretendendo alcune volte anche un aumento di stipendio per una persona di suo interesse. Inoltre, lo stato dei luoghi era molto obsoleto, con ambienti sporchi e blatte dentro le cucine. Grazie agli indebiti guadagni, i reponsabili dei centri di accoglienza potevano usare macchine di lusso, acquistate in leasing dalla cooperativa stessa .
Le indagini hanno coinvolto numerosi Comuni delle province di Frosinone, Caserta, Isernia, Latina e Rieti.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cassino ha emesso un'ordinanza di applicazione di 18 misure cautelari personali, di cui 11 relative all'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria e 7 relative al divieto di esercitare attività imprenditoriali. Inoltre, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente di beni per un importo di circa 3.000.000 di euro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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